Chi ci segue da tempo sa che, al di là di uno sguardo di quello che accade nell’immobiliare di casa nostra, e dei due mercati internazionali di principale riferimento per il nostro occhio (Stati Uniti e Gran Bretagna), spesso e volentieri ci allontaniamo dai lidi maggiormente conosciuti per andare a comprendere come se la passano i mercati immobiliari secondari, quali quelli delle economie emergenti, o delle economie periferiche europee.
Oggi è la volta del Portogallo, che avevamo lasciato in grande difficoltà, e che troviamo ora in leggerissima ripresa. Secondo i dati ufficiali diffusi nel Paese, infatti, il mercato immobiliare starebbe lentamente invertendo la rotta, anche se non mancano le prospettive negative per quello che è uno dei comparti real estate di maggiore criticità per quanto concerne un confronto sul piano continentale.
I prezzi delle case diminuiscono infatti meno dei tempi precedenti, ma ciò che non sembra poter giocare un ruolo positivo nello sviluppo della crescita dell’immobiliare portoghese è la domanda locale, straordinariamente debole per poter guidare una ripresa delle compravendite delle case e degli uffici della nazione, elemento che potrebbe rinvigorire altresì i prezzi ai quali vengono concluse le transazioni.
Tuttavia rispetto ad altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, il Portogallo può vantare fortunatamente l’assenza di una sovrabbondanza di offerta. Questo permette al Paese non solo di poter adeguatamente contenere la differenza che sussiste tra le proposte e le richieste, ma altresì di prepararsi per un discreto incremento dei valori commerciali delle case quando il mercato avvierà la fase di ripresa.
Proprio il momento del rilancio è però la grande incognita. Le ultime analisi dimostrano infatti come i portoghesi siano straordinariamente sfiduciati circa il futuro della propria economia nazionale. Un elemento che potrebbe ritardare ulteriormente le speranze del rilancio del mattone di Lisbona.