La crisi del mercato immobiliare è giunta, in maniera fin troppo pesante, anche all’interno della realtà urbana di Ferrara. Stando alle ultime rilevazioni compiute nel perimetro cittadino, il mercato immobiliare avrebbe effettuato un passo indietro di almeno 25 anni, con il settore delle costruzioni che ha ceduto oltre un quarto degli investimenti, portandosi ai livelli di produzione della metà degli anni ’70. Male anche la nuova edilizia abitativa e le compravendite residenziali, in crollo di oltre 35 punti percentuali.
A parlare di questi e di altri dati è stato il direttore di Acer, Diego Carrara, sulle pagine de Il Resto del Carlino (articolo a firma di Daniele Modica), laddove afferma come attualmente gli alloggi di edilizia pubblica – con canone medio di 122 euro – siano 6.600, e tutti pieni. “Possiamo spiegare” – aggiunge invece Paolo Martinelli, presidente dell’Ance di Ferrara, “di avere per fortuna evitato la bolla immobiliare, che si è invece verificata in altri Paesi, dove il livello dei prezzi e del valore degli immobili è crollato in modo drastico. Da noi i prezzi si sono mantenuti seppure con qualche flessione” (vedi anche Immobiliare Padova 2012).
Anche a Ferrara le cause del crollo sono ben note: da una parte le condizioni del mercato lavorativo non permettono a giovani e meno giovani di poter consolidare una situazione di stabilità reddituale tale da consentire il facile accesso a un supporto creditizio; dall’altra parte, le banche continuano ad agire con strette creditizie poderose, bloccando la nascita delle compravendite. In mezzo c’è il mercato immobiliare, a sua volta contraddistinto da richieste dei venditori troppo elevate, con conseguente allungamento dei tempi di compravendita.
Sul fronte dell’offerta, Martinelli aggiunge anche che “non è vero che si è costruito troppo in Italia: in 4 anni le nuove abitazioni sono state meno della metà delle nuove famiglie. In Spagna per esempio hanno costruito il doppio delle nuove famiglie” (vedi anche Immobiliare Napoli 2012 Vomero).