Il mercato immobiliare italiano si è dimostrato più debole del passato nel corso del primo trimestre del 2011. A dircelo è un recentissimo report della Banca d’Italia, che ha svolto un sondaggio congiunturale sullo stato di salute dell’immobiliare nostrano nella prima parte del nuovo anno, tracciando dei dati non troppo positivi sulla forza del real estate tricolore.
I dati ad ogni modo meritano una lettura più approfondita della sintesi di cui sopra, perché ci forniscono degli elementi a volte contrastanti, e comunque in grado di permetterci di prevedere quella che dovrebbe essere l’evoluzione a breve termine delle caratteristiche del mercato immobiliare della Penisola.
Da una parte è infatti possibile registrare un maggior dinamismo nella concessione di nuovi incarichi di vendita (elemento che non potrà che far piacere agli agenti immobiliari e agli operatori di settore), ma dall’altra è piuttosto decisa la nuova flessione dei valori commerciali di riferimento per le proprietà abitative italiane.
Altrettanto in flessione sono le attese a breve termine degli agenti immobiliari, sempre più pessimisti circa la possibilità che in un prossimo futuro il mercato immobiliare italiano possa migliorare sensibilmente; anche sul medio lungo termine l’incertezza sembra farla da padrona, con un sentimento generale di scoramento circa una possibile inversione di tendenza.
Tornando ai prezzi, il report di Bankitalia ci dice che durante il primo trimestre la diminuzione dei valori commerciali delle case sarebbe stata riscontrata dal 44,2% degli agenti immobiliari, contro il 40% frutto della precedente indagine. Peggiore anche il saldo negativo tra le percentuali di opinione opposta (cioè tra chi afferma di aver riscontrato un trend positivo, e chi invece denota un trend negativo), con un distacco del 42,6% contro il precedente 38%.
Per quanto concerne l’andamento dei prezzi, meglio il trend dei valori commerciali nel Nord, mentre la flessione è più sentita nel Centro Sud. La fiducia a breve termine degli agenti è ora al 10,7%, contro il 16,2% della rilevazione precedente.