Secondo quanto sostenuto da un recentissimo report condotto dalla Banca d’Italia in collaborazione con Tecnoborsa e con l’Agenzia del Territorio, il quarto trimestre del 2011 si sarebbe chiuso in maniera evidentemente negativa per il mercato immobiliare italiano, con una contrazione delle attività ben più grave di quanto riscontrato in precedenza dagli operatori del real estate tricolore.
Per quanto concerne i principali tratti distintivi, infatti, è facile comprendere come l’offerta abbia superato abbondantemente la domanda, generando evidenti pressioni al ribasso nei prezzi degli appartamenti. I tempi di vendita si sono ancora allungati, mentre la contrazione dei valori commerciali abitativi è stata piuttosto disomogenea, andando a penalizzare alcune aree periferiche, e reggendo meglio le turbolenze in alcune delle principali zone metropolitane.
A contraddistinguere maggiormente il sondaggio compiuto dagli operatori immobiliari è il fatto che una buona fetta di agenti si è detta ancora poco fiduciosa sulle prospettive a breve e medio periodo del mercato stesso, con un pessimismo oramai emerso in maniera consolidata.
Sul fronte delle proporzioni, il 66,5% degli agenti immobiliari afferma che i prezzi delle case sono stati riscontrati in diminuzione, contro il 51,2% frutto della rilevazione precedente. Il 72,1% degli agenti immobiliari ha altresì riferito di aver venduto almeno un immobile residenziale, contro una proporzione che nel periodo immediatamente precedente si era fermata al 65,5%.
Notizie sostanzialmente neutre sul fronte degli incarichi a vendere, che a fine 2011 hanno mantenuto le posizioni precedentemente acquisite. Significativo è invece valutare come la principale causa di chi ritira l’incarico è relativa all’incapacità di poter trovare un mutuo adeguato alle proprie esigenze e, pertanto, di supporto alle operazioni di natura immobiliare.
Sul fronte dei tempi di vendita, il sondaggio riferisce un arco temporale medio pari a 7,6 mesi, contro i 7,1 mesi di ottobre 2011.