A parlarne, dapprima timidamente, poi in maniera sempre più convinta, sono alcuni tra i principali osservatori di ciò che accade sul fronte real estate internazionale, secondo cui la straordinaria ripresa del mercato immobiliare tedesco sarebbe in grado di celare la formazione di una pericolosa bolla speculativa che potrebbe portare a seri pregiudizi sulla stabilità dei valori e delle transazioni del mercato del mattone di Berlino.
Nel corso dell’ultimo anno, d’altronde, il ritmo di crescita dei prezzi delle case tedesche è stato certamente anomalo, con punte di 7 e 10 punti percentuali a Berlino e ad Amburgo, due città che hanno sempre goduto di un particolare interesse sul fronte immobiliare, ma che negli ultimi tempi hanno dovuto far fronte con una incidenza di sviluppo dei valori commerciali davvero eccessiva rispetto a quanto era d’abitudine.
Con un aumento medio di 5 punti percentuali, nemmeno la Banca Centrale Tedesca ha potuto far finta di nulla, dovendo ammettere – nel suo ultimo bollettino mensile – le preoccupazioni relative a una possibile bolla immobiliare. Pertanto, per quanto possa essere apparentemente incomprensibile, mentre mezza Europa è alle prese con i malanni del credit crunch (cioè la stretta di liquidità), la Germania si trova dinanzi a uno scenario in cui gli investimenti sul mattone sembrano sovrapporti alla nuova ventata di denaro fresco indotta dalla BCE (ed ecco perchè, presumibilmente, la Bundesbank non è stata certo contenta dei comportamenti generosi dell’istituto di Draghi).
Con il passare delle settimane, i timori degli osservatori si stanno facendo sempre più consistenti. Che sia troppo presto per parlare di una bolla immobiliare di induzione speculativa è certamente assodato, soprattutto se il trend non dovesse confermarsi nei prossimi trimestri. Ma che sia meglio sottovalutare quanto in formazione dalle parti di Berlino, è altrettanto da escludere.
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