Sono contrastanti i pareri sull’andamento dell’immobiliare svizzero: se da una parte, infatti, gli operatori esprimono apprezzamenti per il modo in cui il mercato real estate locale sta riuscendo a crescere in maniera stabile, dall’altra parte uno studio di Credit Suisse accende i riflettori sul pericolo della formazione di una pericolosa bolla speculativa, trainata da importanti investimenti (stimolati anche da un livello molto basso di tassi di interesse di riferimento).
Il mercato immobiliare svizzero sembra essere uscito piuttosto bene dalla crisi congiunturale che ha colpito il mercato europeo nel corso degli ultimi anni, con un rallentamento internazionale che non è riuscito a produrre un freno deciso agli sviluppi del mattone del Paese. Tuttavia, i dati di giudizio sul mercato svizzero non sembrano essere tutti positivi e, anzi, c’è chi prospetta un futuro a breve termine molto complicato per il real estate elvetico.
Il mercato svizzero sta infatti denotando una sorprendente stabilità: una invariabilità, dinanzi alla crisi, che ha fatto allertare gli analisti, i quali temono che questo immobilismo possa rappresentare addirittura un potenziale pericolo. La ragione sarebbe riconducibile nell’inganno indotto agli operatori: in altri termini, la stabilità raggiunta dal mattone elvetico infonderebbe agli investitori un senso di sicurezza “falso” – per citare le parole del responsabile della divisione analisi immobiliari di Credit Suisse, Fredy Hasenmeile.
Pertanto, confidando su questa solidità, gli investitori potrebbero incrementare ulteriormente il volume dei propri investimenti poggiando sul giudizio di bene rifugio dell’immobile svizzero. Una solidità che è tuttavia da verificarsi nel concreto e sul medio termine. Intanto, ciò che è noto è che l’edilizia svizzera nel 2012 continuerà a lavorare ai limiti delle proprie capacità, con un grado di sfruttamento superiore all’80% per quanto concerne la costruzione di edifici, contribuendo a un potenziale sovrapprezzo dei valori commerciali delle abitazioni.