Poco fa abbiamo avuto modo di comprendere quale sia la pressione fiscale immobiliare europea, confrontata con quella italiana. I dati forniti dall’Agenzia del Territorio nel recente report “Gli immobili in Italia” ci dicono tuttavia ben di più: quale sia la pressione fiscale determinata dalle tasse sulla proprietà e sul possesso. Un’analisi che parte da una fondamentale considerazione: in tutti i paesi considerati dall’Agenzia, l’abitazione principale è esente da imposte sul reddito.
“In Francia” – ad esempio, sottolinea l’Agenzia – “esistono a livello locale, la taxe d’habitation che grava sull’utilizzatore dell’abitazione a qualsiasi titolo (proprietario, locatario, occupante a titolo gratuito) e la taxe foncière che colpisce il proprietario dell’abitazione. La base imponibile di entrambe le imposte è data dalla rendita catastale che è pari al 50% del valore locativo catastale. E’ previsto un abbattimento per le abitazioni principali che dipende dai carichi familiari e nel caso della taxe d’habitation dall’età dell’inquilino. Le aliquote di imposta sono fissate dalle amministrazioni locali, per cui variano da regione a regione” (vedi anche Prezzi case Francia).
In Spagna esiste invece “l’Impuesto sobre bienes immuebles (IBI) colpisce i titolari di diritti reali su immobili, con una base imponibile pari al valore catastale, che è pari a circa il 70% del valore di mercato. Il valore catastale viene determinato in base alle dimensioni dell’abitazione e alla tipologia (es. immobile di lusso, signorile, civile). Le aliquote sono fissate dagli enti locali e sono generalmente più alte nelle località turistiche”
In Germania vige invece la tassa fondiaria (Grundsteuer), ovvero – continua l’Agenzia – “una tassa comunale che colpisce i terreni, compresi quelli edificati. L’amministrazione finanziaria determina il valore fiscale dell’immobile, che per le abitazioni è un multiplo del valore locativo, e applica a tale valore coefficienti diversi fra Länder vecchi (dal 2,6 al 3,5%) e nuovi (dal 5 al 10%); il comune determina un proprio moltiplicatore (almeno pari a 2, in media pari a 3,9 per i vecchi Länder e a 4,08 per i nuovi”.
A ciò occorre tuttavia aggiungere che in Francia e Spagna esiste un’imposta sul patrimonio: “in Francia (impôt de solidarité sur la fortune) è dovuta da persone fisiche con patrimonio superiore a 1.300.000 euro (soglia stabilita nel 2012); in Spagna l’impuesto sobre el patrimonio è basata sul valore dichiarato del patrimonio individuale complessivo da coloro che hanno redditi superiori ai 700.000 euro. Tale misura è stata prevista transitoriamente per contenere il crescente deficit causato dalla crisi economica”.