Il dipartimento delle finanze ha finalmente pubblicato i dati ufficiali relativi al gettito ottenuto attraverso l’imposta municipale unica nel 2012. Un gettito che – complessivamente – ha superato di 1,2 miliardi di euro le stime precedentemente formulate, grazie soprattutto al contributo di operatori non persone fisiche. Nonostante la campagna mediatica – sottolineava in proposito il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani – non vi è stata alcuna “fuga”.
Nel dettaglio, il dipartimento ha reso noto che il gettito totale Imu nel 2012 ha ammontato a 23,7 miliardi di euro, di cui 9,9 miliardi di acconto e 13,8 miliardi di euro di saldi. Complessivamente, l’imposta è stata versata da 25,8 milioni di contribuenti, per un importo medio di 918 euro (che tuttavia è calcolata tenendo anche conto dell’Imu – notevolmente più salata – pagata dalle imprese). Per il 2013 e per il 2014, le stime sono state dunque riviste in 23 miliardi di euro e 23,3 miliardi di euro (vedi anche Chi paga l’IMU).
Stando a quanto comunicato, il peso del prelievo fiscale sugli immobili italiani, in seguito all’introduzione dell’Imu, è salita leggermente sopra la media Ocse, pari all’1,1 per cento del Pil, attestandosi sulla soglia dell’1,2 per cento del Pil. Viene così invertita la precedente tendenza 2011, quando l’Italia poteva annoverare una tra le più basse tassazioni della proprietà sulla casa tra i principali Paese Ocse e, soprattutto, è costitutiva di una forte accelerazione rispetto ad appena quattro anni fa: nel 2009, infatti, il peso delle imposte sulle case era pari allo 0,6 per cento del Pil, contro media Ocse dell’1,1 per cento.
Per quanto concerne la discussa Imu sulla prima casa, il gettito è stato pari a 4 miliardi di euro. A pagarla sono stati 17,8 milioni di contribuenti, per un importo medio pari a 225 euro. Di questi 3,4 miliardi di euro sono riferibili all’Imu pagata con aliquota standard, e 600 milioni di euro sono invece attribuibili all’Imu “modificata” sulla base delle facoltà comunali (vedi anche Versamenti IMU 2012).