Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di evidenziare quanto abbia pesato l’imposta municipale unica (IMU) sulle tasche delle famiglie italiane. Ebbene, in un quadro che appare sempre più desolante, l’Imu sembra essere destinata a pesare in maniera gravosa anche sulle attività imprenditoriali di qualsiasi dimensione. E, se è vero che dal prossimo anno l’imposta sarà più semplice da pagare rispetto al 2012 che si accinge a conclusione, è pur vero che l’onere della tassa sulla casa potrebbe essere addirittura più severo.
Innanzitutto, è bene ricordare come dal 2013 l’intera imposta su abitazioni e negozi andrà direttamente nelle casse comunali, e non più ripartita al 50% tra Stato e enti territoriali. Questa variazione si potrebbe tradurre in una variazione del peso dell’imposta, poiché molto dipenderà dalle decisioni delle singole municipalità in merito, aprendo di fatti margini di incertezza sull’evoluzione dell’entità dell’Imu sulle tasche di famiglie e commercianti (vedi anche Rimborso Imu per codici errati).
Il triste presagio è che l’imposta municipale unica possa essere “manovrata” al rialzo. In altri termini, l’attribuzione dell’Imu ai Comuni non si è tradotta in un rialzo della contribuzione nelle casse del sindaco (essendo un’operazione a saldo invariato): la sinergica presenza di spettri di tagli ai bilanci comunali dovrebbe incentivare le amministrazioni a incrementare le aliquote di loro competenza, anche contando sul fatto che i margini di spazio fiscale a disposizione degli stessi sindaci sono ben lungi dall’esaurirsi. Nel corso del 2012 l’aliquota media ordinaria applicata per immobili diversi dall’abitazione principale è stata pari al 9,33 per mille, mentre il limite è oggi fissato al 10,6 per mille (vedi anche Imu 2013 interamente comunale).
Insomma, l’impressione – al momento, difficilmente smentibile – è che nel corso del prossimo anno il peso fiscale dell’Imu sui bilanci familiari e imprenditoriali possa essere ancora più ampio di quello già sperimentato in maniera negativa nel corso del 2012. Terremo sotto controllo l’evoluzione di questa imposta, che si candida ad essere una degli inconsapevoli protagonisti della nuova campagna elettorale.