È ancora in fase di negoziazione il futuro dell’Imu Milano 2012. In Consiglio comunale è infatti giunta la proposta di modificare l’aliquota sulla prima casa a seconda del numero di immobili di cui il cittadino risulta essere proprietario: in altri termini chi – oltre all’abitazione principale – è titolare di seconde e terze case, potrebbe vedere l’aliquota standard dello 0,4 per cento rincarare a quota 0,5 per cento.
“Se ad esempio” – ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo – “uno ha un certo numero di immobili e quindi ha un patrimonio consistente, vorrei sapere se è tecnicamente possibile aumentare l’Imu sull’abitazione principale allo 0,5 per cento. Si arriverebbe a un equilibrio sociale che credo possa essere condiviso da tutti”.
Si discute inoltre sulla possibilità di ridurre l’aliquota per le seconde case affittate regolarmente. A lavorarci è Carmela Rozza, del Pd, che avrebbe altresì ipotizzato (ma solo potenzialmente) una super-Imu sulle case lasciate sfitte. “Chi tiene vuoti gli appartamenti a Milano” – afferma Rozza – “lo fa per due motivi: o perché affitta in nero o perché richiede degli affitti così alti che nessuno si può permettere. E quindi non ha bisogno di risorse”.
Per il commercio e per l’artigianato, le richieste di una aliquota più favorevole sembrano cadere nel vuoto. Tuttavia il Consiglio starebbe procedendo verso l’istituzione di un fondo. “Qui la soluzione è più complicata per le rigidità della legge” – dichiara infatti Rozza – “Vediamo se proporre un fondo per contributi a commercianti e artigiani”.
Critica nei confronti delle scelte della maggioranza è l’opposizione di centro destra. “E’ un atteggiamento grave e irresponsabile da parte dell’amministrazione” – dichiara Giulio Gallera, Pdl – “che per finanziare la spesa corrente mette in ginocchio la città. Gli aumenti per artigiani e per i negozi sarà insostenibile e acuirà la crisi economica”. Parla invece di cifre “pazzesche” l’ex assessore al Welfare, Mariolina Moioli.