La tanta temuta Imu si potrebbe rivelare una italica via di mezzo tra il vecchio e il nuovo regime impositivo sulle prime abitazioni. Stando a quanto afferma il presidente del Consiglio Mario Monti durante la conferenza stampa di fine anno, sono infatti sei milioni gli italiani che non dovranno pagare la nuova imposta municipale unica durante il 2012. In termini più concreti, circa un terzo dei proprietari di una prima casa sarà esentato dal pagamento dell’imposta municipale.
Il merito di quanto sopra non è, tuttavia, relativo all’azzeramento dell’aliquota dell’imposta, quanto alla determinante positiva delle detrazioni sui figli a carico, in grado di azzerare (appunto, in un terzo delle fattispecie concrete all’interno del mercato immobiliare italiano), l’onere relativo alla tanto odiata tassa sulla prima casa, risorta in una inedita versione dopo l’abolizione della precedente imposta comunale sugli immobili.
Le buone notizie, tuttavia, raramente vengono da sole. Ed infatti, all’interno della stessa giornata, lo stesso Monti ha introdotto l’avvio di una riforma del catasto che dovrebbe comportare la revisione dei valori, con conseguente inasprimento delle basi imponibili di calcolo delle tasse sugli immobili. Uno scenario che dovrebbe pertanto aggravare la situazione dei proprietari di prime case, nonostante lo stesso premier – memore delle perdite di consensi – si sia affrettato a precisare come la revisione dei valori catastali si tradurrà in una conseguenza a saldo zero per i cittadini.
In altri termini, a valori catastali più elevati potrebbero equivalere delle aliquote fiscali più basse, permettendo in tal modo al cittadino di non dover sborsare maggior denaro rispetto a quanto effettuato in precedenza.
“Non credo si possa dire che la tassazione è maggiore di quella che c’era prima” – ha dichiarato recentemente Monti difendendo la propria Imu. “L’aliquota per la prima casa nel nuovo sistema Imu è dello 0,4 per cento, e il numero delle case esenti è di 6 milioni”.