Investimenti cinesi nell’immobiliare italiano sempre più frequenti, più ampi e profondi. Il merito è – anche – dell’intermediazione compiuta da una serie di siti e piattaforme specializzate nel real estate internazionale e, in particolar modo, quello italiano. In vendita, centinaia di immobili in località turistiche e balneari in molte aree territoriali della Penisola, con proprietà di pregio e di medio livello, alla portata di portafogli più o meno ampi.
A parlare del fenomeno della crescita degli investimenti cinesi nell’immobiliare italiano è stato Fabio Savelli, sull’edizione online del Corriere della Sera, che riassume quanto sta avvenendo nel contesto del real estate tricolore, in beneficio degli investitore asiatici (vedi anche Chi sono gli stranieri che comprano le case italiane?).
Un incremento – quello dell’interesse cinese verso il mattone italiano – concomitante con l’aumento dell’imposizione fiscale sugli immobili di pregio che sta spingendo anche i ricchi locatori italiani a considerare una (forse) più conveniente cessione di immobili di lusso. Stando a quanto affermato da Oscar Pittini, presidente di Hèra International Real Estate, le cui dichiarazioni sono state riprese ancora dal quotidiano, “circa 30 milioni di cinesi sono interessati a investimenti superiori ai cinque milioni di euro, perché ci sono significativi capitali in cerca di opportunità nel real estate, in Italia in particolare” (vedi anche Immobiliare: dove conviene investire nel 2013).
“Al netto delle definizioni sembra – se confermato in queste proporzioni” – ricorda infine Savelli sulle pagine web del Corriere – “un cambiamento di paradigma da parte della ricca (e in crescita) high class cinese: minori investimenti in aziende (decotte) del made in Italy, maggiori in immobili di lusso che garantiscono una rendita costante e sottoposta a minori oscillazioni di valore. Certo non sfugge il calcolo del rischio-Paese e l’ipotesi (per ora ventilata dal movimento 5 Stelle) di un referendum sull’uscita dall’euro e di un ritorno alla lira. Transizione che porterebbe nell’immediato a una teorica minusvalenza per chi decide ora di acquistare un immobile nella valuta corrente”).