Non crediamo che il mercato immobiliare internazionale stia riprendendo a navigare in acque troppo sicure, ma certamente i dati che ci sono arrivati nel corso delle ultime settimane sembrano poter confortare le opinioni di chi ritiene che il futuro del segmento degli impieghi nel mattone al di fuori dei confini nazionali possa essere più roseo del presente.
Stando alle più recenti analisi, infatti, gli investimenti immobiliari nei principali Paesi dell’Est Europa starebbero migliorando, con segnali di recupero non certo fortissimi ed evidentissimi come vorrebbero analisti, operatori di settore e governanti locali, ma comunque incoraggianti rispetto alle grigie nubi del passato.
Oltre al dato più sintetico, relativo all’andamento delle compravendite immobiliari, migliorano anche i presupposti per le società di costruzione, visto e valutato che le nuove proprietà realizzate – soprattutto all’interno delle aree metropolitane – nelle città principali dell’Est Europa continuano a crescere.
Insomma, l’Europa dell’Est e i Paesi Baltici continuano ad attirare investimenti da tutto il vecchio Continente (e non solo) e gli esempi di dinamicità dei valori commerciali, in questo frangente, non mancano di certo.
Si può ricordare, per caso, come il trend dei valori di mercato sia particolarmente positivo a Vilnius, in apprezzamento di 0,7 punti percentuali a 1.200 euro al metro quadro, e come sia altrettanto soddisfacente in altre città della Lituania. Bene anche Tallin, in crescita di oltre un punto percentuale, e a Riga, dove i prezzi delle case stanno arrivando abbastanza rapidamente a quota 1.000 euro al metro quadro.
Conveniente, per gli investitori occidentali, anche l’impiego immobiliare in Bulgaria, dove le costruzioni sono cresciute del 16,7% nel corso del primo trimestre, anche se – nella nazione – le stime non sono molto fiduciose per il futuro a breve termine come invece accade in futuro. In Bulgaria, ad ogni modo, il top dell’immobiliare non è più a Sofia: la capitale ha perso lo scettro della città più attraente del Paese in favore di Varna e Burgas, complice la loro vicinanza alle coste del Mar Nero.