La crisi sta contribuendo a sfatare un mito: la sicurezza dell’investimento immobiliare, almeno per quanto concerne il breve termine. La congiuntura dell’eurozona sta infatti incidendo in misura molto pessimista sul portafoglio degli italiani, sebbene – come affermato in un recente approfondimento condotto da Marco Liera sul Sole 24 Ore – le negatività non abbiano influenzato tutti allo stesso modo. Insomma, anche in tempi di crisi c’è chi riesce a trarre delle piccole soddisfazioni, e chi invece non può far altro che produrre la conta delle perdite.
Secondo il giornalista del Sole 24 Ore, purtroppo, le notizie più negative arriverebbero proprio dal comparto del mattone. “Intanto perché il valore degli immobili sta scendendo” – esordisce in merito il quotidiano – “pur senza i crolli spagnoli o irlandesi. Secondo i più recenti dati dell’osservatorio Nomisma, nel primo semestre dell’anno i prezzi sono scesi in media del 2% per le abitazioni usate e dell’1,8% per il nuovo. Su base annua, il campione di 13 grandi città preso in considerazione da Nomisma ha registrato un calo medio del 3,5 per cento. E in futuro i prezzi scenderanno ancora lentamente, a -2,4% nel 2013 e -1,7% nel 2014. Tre i fattori cruciali in questo stop: le diminuite disponibilità economiche delle famiglie, la stretta creditizia delle banche nell’erogazione dei mutui, le aspettative di ulteriori ribassi delle quotazioni che spingono a rimandare al futuro le decisioni di acquisto” (qui il nostro speciale su: comprare casa all’estero 2012).
E il collegato settore creditizio dei mutui? I finanziamenti sono affetti dal “mal di spread”, quel margine che gli istituti id credito applica, e che riesce altresì a comprendere anche i costi di copertura dal rischio raccolta. “Gli spread mediamente applicati dalle banche su un mutuo standard (150mila euro da rimborsare in 25 anni) sono superiori al 3%, il doppio rispetto a un anno fa, quando la crisi dei debiti sovrani non era ancora dilagata” – prosegue il quotidiano – “Ma stessa crisi che ha fatto impennare gli spread ha drasticamente abbattuto gli indici europei (Euribor per i mutui a tasso variabile) che, sommati allo spread, danno il tasso di interesse finale. Creando un altro fenomeno curioso: chi sta pagando mutui casa a tasso variabile stipulati negli anni precrisi, quando gli spread applicati dalle banche erano molto più contenuti di adesso, risparmia sulle rate”.
Se il tema degli investimenti immobiliari vi attrae, ecco dove comprare casa all’estero.