Conviene ancora investire nel mattone? O è forse meglio dedicarsi ad altre tipologie di investimento, come i titoli di Stato? A questa e altre domande ha cercato di rispondere uno degli ultimi numeri di Plus24, magazine de Il Sole 24 Ore dedicato agli approfondimenti finanziari e di portafoglio. Ebbene, la fotografia che fuoriesce dalle considerazioni degli speciali del quotidiano economico finanziario non è per niente positiva per quanto concerne il mattone. Vediamo insieme quali sono le conclusioni cui sono giunti gli analisti di Plus24.
“Alla fine del 2010 la ricchezza finanziaria netta delle famiglie italiane era di 8.640 miliardi di euro, per il 62% impiegata in attività reali e il rimanente terzo in attività finanziarie” – esordisce lo speciale – Nelle attività reali, l’82% era appannaggio di immobili di abitazione. Tanti proprietari di casa, e soprattutto coloro che hanno case come asset di investimento, sono giustamente preoccupati all’erosione in corso” (vedi anche come acquistare l’immobile giusto).
Per quanto concerne l’andamento delle quotazioni, “Bankitalia ha condotto un’indagine campionaria dal 25 giugno al 17 luglio con 1.523 agenti immobiliari. I professionisti segnalano nel secondo trimestre una discesa dei prezzi. Le agenzie che hanno venduto almeno un immobile sono scese dal 69,3 al 62,7 per cento. Causa prevalente della cessazione di mandato alle agenzie è l’assenza di proposte d’acquisto. Il margine di sconto da concedere agli acquirenti è aumentato dal 14,3% di aprile al 15,4% dei mesi successivi. Nel giugno del 2011 era sufficiente uno sconto del 12%”.
Non solo. Come se non bastassero i dati di cui sopra a segnalare un deterioramento delle condizioni di mercato, a peggiorare è anche il sentment degli operatori, ovvero ciò che gli stessi pensano del futuro: “il 60% è pessimista anche per le nuove tasse sulla casa che portano nuove case in offerta, in vendita e in affitto. Le case si vendono in tempi più lunghi: nove mesi nelle aree non urbane, sette mesi in città”.
Di contro, è pur vero che “il rendimento attuale dei titoli di Stato non è normale è sconta la “stagione dello spread”. Quindi i quasi due punti percentuali di differenza fra case e BTp potranno certamente ridursi in una fase di minor rischio-Italia. Per chi dovesse ora valutare un investimento, ci sono le occasioni per ottenere grandi sconti e forse qualche rivalutazione nei prossimi anni. Portata immediatamente a reddito, la remunerazione proveniente dall’inquilino (pure a rischio per l’incertezza economica) non può essere forzata. L’ufficio studi Aitec (cemento) sulla base di un’ipotesi di cedolare secca al 21% e di un’Imu dello 0,4 stima rendimenti (canone di locazione/valore d’acquisto) piuttosto deboli”.
Qui il nostro focus su case e terreni per proteggere il potere d’acquisto.