Valcucine è un marchio che da un po’ di tempo si è preso a cuore l’ecosostenibilità quale principio ispiratore del proprio progettare. Prodotti completamente riciclabili, costruiti con materiali naturali e soprattuto bassissimo inquinamento nel processo di produzione, ad emissione zero di formaldeide.
Prodotti il più possibile dematerializzati, scomponibili e riciclabili. Tutto ciò a garanzia di una grande tenuta tecnica ed estetica. Ma c’è di più, il legname utilizzato non proviene dalla deforestazione di foreste vergini primarie.
Questa scelta ha anche un suo diretto completamento nell’impegno che Valcucine si prende nella realizzazione di progetti di riforestazione condotti dal consorzio Bioforest.
Un esempio di tutto ciò sono le cucine Invitrum, un tentativo di design ecosostenibile. Dietro questo prodotto c’è tanta ricerca a livello dei materiali: utilizzi, longevità e resistenza.
Ecco quindi una rivoluzione radicale, la prima base in vetro completamente riciclabile, con inserti in acciaio riciclato la cui lavorazione richiede circa un ventesimo dell’energia che serve per ottenere l’acciaio primario.
Il cambiamento radicale in Invitrum è il concept. Di solito una cucina è costituita da un accoppiamento di due basi e ciò raddoppia i fianchi in truciolare che uniti raggiungono uno spessore considerevole. Valcucine ha pensato invece la struttura della cucina in modo orizzontale con un solo fianco strutturale in vetro da 10 millimetri.
Tutto il vetro è assemblato in maniera meccanica, senza l’uso di collanti, così da poter esser facilmente smontato e smaltito.
Valcucine è stata protagonista alla 24ª edizione di Abitare il Tempo, appuntamento parallelo ad ArtVerona, con la presentazione di una cucina artistica soprannominata Barcode e realizzata da Gabriele Centazzoin collaborazione con Studio Bestetti.
Un progetto che concilia arte, estetica ed etica. L’obiettivo è produrre oggetti utili de originali, personalizzabili nei frontali, nell’intarsio su vetro, dove è possibile riprodurre opere grafiche e pittoriche.
Barcode si aggiunge alle altre cucine artistiche realizzate da Alessandro Mendini (con Alessi), Ugo Nespolo, Paolo Celotto.