Quello tra gli immobili e gli italiani è un amore che sembra non subire crisi durature, nonostante le evidenti difficoltà indotte dall’ultima ondata di criticità economico finanziaria. A dirlo è l’ultimo numero del Property Index di Deloitte, che sancisce Roma e Milano come città più care del Paese, un calo dei prezzi del 3,6 per cento, una voglia di realizzare case che è ancora superiore alla media europea, e una flessione ulteriore del mercato dei mutui.
Numerose sono le elaborazioni compiute dall’agenzia, a cominciare dalle non sorprendenti elezioni di Roma e Milano in qualità di città più care, con un prezzo medio di 4mila euro al metro quadro. Eccezioni a parte, l’Italia nel 2012 ha visto raddoppiare il ritmo di discesa dei prezzi delle case, passato dal – 1,8 per cento del 2011 al -3,6 per cento del 2012. Una prestazione che – sottolinea Deloitte – è estremamente diversa da quella sperimentata in altri mercati come Regno Unito (+13,5%), Russia (+11,1%) e Germania (+9,1%), ma meno grave rispetto a quella della Spagna (-6,2%).
In proposito, secondo quanto affermato da Elena Vistarini, partner Deloitte responsabile per il settore del real estate, sulle pagine del quotidiano La Repubblica, la cattiva performance del mercato italiano è figlia del “perdurare della stretta creditizia che di fatto rende inaccessibile il credito alle famiglie” all’austerità “fiscale derivante dagli ultimi interventi legislativi che rendono incerta la tassazione sugli immobili ed in generale delle restrizioni derivanti dalla sfavorevole congiuntura” (vedi anche come comprare casa senza agenzia).
Eppure, nonostante la crisi, il mercato immobiliare italiano continua ad arricchirsi di nuove abitazioni. Sempre secondo lo studio effettuato da Deloitte, ad esempio, nel 2012 nel nostro Paese sono state realizzate 3,9 nuove abitazioni ogni mille abitanti, per un dato che pone l’Italia leggermente al di sopra della media europea (3,3 abitazioni ogni mille abitanti), ma molto sotto la Francia, dove sono state realizzate 7,8 abitazioni, e l’Austria a quota 5.