L’Italia è sempre stato un Paese molto ambito dagli stranieri ma gli ultimi dati sul patrimonio immobiliare tricolore e sulle compravendite di unità non residenziali, dimostra come gli stranieri siano in grado di entrare nei settori in cui gli investitori locali latitano.
Sono state effettuate delle analisi più approfondite sulle transazioni immobiliari fatte nel nostro Paese ed è venuto fuori che il mercato immobiliare tricolore è in fermento per l’introduzione dei capitali stranieri che legano il loro ingresso in Italia alle compravendite non residenziali.
Quello che sottolinea Quotidiano Immobiliare è che più dell’80% degli acquisti appena conclusi sono stati effettuati da operatori esteri che hanno effettuato operazioni di compravendita immobiliare per un valore complessivo di 4,8 miliardi di euro per un corrispettivo monetario pari a 5,3 milioni di euro con transazioni senza pagamento cash ma con scambio quote.
L’esempio classico che si fa per illustrare questi movimenti è quello dell’acquisto da parte di Allianz della Torre Isozaki nel quartiere ex Fiera di Milano per 327 milioni di euro. Un’acquisizione fatta a fronte della cessione a Generali del 33 per cento di Citylife.
In questo panorama si nota quella che la società di consulenza Cbre chiama latitanza degli investitori locali. Vista questa latitanza è facile poi prendere atto dei fondi opportunistici internazionali che arrivano soprattutto dagli Stati Uniti, seguiti a ruota da fondi europeo e sovrani. Il trend internazionale è stato confermato perfino da Corriere Economia che fa una stima precisa: il 47% del controvalore delle operazioni con pagamento monetario è focalizzato sugli immobili commerciali mentre il 26,4% dei pagamenti è fatto per gli uffici.