Come promesso, in questi giorni ci stiamo occupando diffusamente di comprendere cosa si intenda per “affitto con riscatto” e, in particolar modo, di delineare le varie forme tecniche che sottostanno a questa particolare forma di compravendita opzionale. Cerchiamo oggi di comprendere cosa si intenda per locazione con preliminare di vendita, e quali siano le differenze con la locazione con opzione di acquisto, di cui abbiamo parlato diffusamente poco fa.
La locazione con preliminare di vendita è un contratto che – rispetto alla locazione con opzione di acquisto – prevede che le parti assumano un impegno scritto meno elastico e ben più stringente. Viene infatti sottoscritto – insieme al contratto di locazione – un vero e proprio contratto preliminare di futura vendita entro un termine stabilito.
Ne deriva che – rispetto alla prima forma che abbiamo recentemente intravisto – la locazione con preliminare di vendita offre maggiori garanzie. La trascrizione del preliminare di compravendita nei registri immobiliari offre infatti più garanzie contro un eventuale pignoramento della casa da parte di un creditore del venditore; in altri termini, grazie alla c.d. “efficacia prenotativa” del preliminare non si rischia di perdere la somma versata sotto forma di maggiorazione dei canoni o di acconto.
Ricordiamo altresì che – così come avviene per la locazione con opzione di acquisto – nel contratto si stabilirà una scadenza (di norma 2 o 4 anni) entro cui si procederà alla formalizzazione della compravendita. In questo arco temporale si pagherà un canone di locazione maggiorato, da concordare, con percentuali anche superiori del 10 o del 20 per cento.
Infine, al termine del periodo contrattuale, si procederà alla stipula della compravendita, con la parte versata a titolo di maggiorazione che andrà ad essere scomputata dal prezzo indicato, e bloccato nel contratto di affitto con riscatto.
Nei prossimi giorni andremo ad esaminare le alternative formula con acconto e la vendita a rate buy to rent.