Mandare via l’inquilino moroso non è sempre facile e rapido. Anzi, quasi sempre la procedura prevede un intervento da parte di un legale, numerose lungaggini e, se tutto va bene, la possibilità di rientrare in possesso dell’immobile regolarmente affittato (con contratto registrato) non prima dei 12 – 18 mesi.
Ma cosa bisogna fare per mandare via l’inquilino moroso? Innanzitutto, è bene inviare all’inquilino una lettera raccomandata con la quale viene effettuata l’intimazione al pagamento delle rate di affitto arretrate, con un termine perentorio di 15 giorni. Se al termine di questo arco temporale il conduttore non provvede a versare le rate insolute, bisognerà agire tempestivamente attraverso la procedura dello sfratto per morosità.
La procedura, come sopra anticipato, prevede necessariamente l’intervento di un legale. Il proprio avvocato dovrà cioè inviare lo sfratto per morosità, e constuale citazione per la convalida. Per questa procedura l’ente competente è il Tribunale del luogo dove è situato l’immobile. Tra la data di notifica e quella dell’udienza dovranno trascorrere non meno di 20 giorni.
Se, come a volta accade, l’inquilino non si presenta all’udienza fissata, il giudice convalida lo sfratto e concede un termine per il rilascio dell’immobile (di norma, 30 giorni). Trascorso tale termine, sulla base della formula esecutiva che la cancelleria del Tribunale apporrà sull’attov, l’avvocato notificherà all’inquilino il precetto di rilascio che concede 10 giorni di tempo per lo sgombero con l’avvertimento che in difetto si procederà ad esecuzione forzata.
Spesso accade che l’inquilinio moros compaia in udienza domandando al giudice un termine di grazia per pagare le morosità, oltre a interessi di mora e spese legali. Il termine non può essere superiore a 90 giorni, terminati i quali, se il debito non è saldato, il giudice convalida lo sfratto. Se l’inquilino non obbedisse al termine di rilascio, è possibile domandare l’intervento della forza pubblica.