Ogni qual volta ci si rivolge a un’agenzia di mediazione immobiliare, alcune precise regole di trasparenza dovrebbero essere garantite nei confronti dell’utente. Ma quali sono queste regole di buona condotta? E siamo sempre sicuri che siano rispettate in ogni fase dei processi e dei rapporti che legano l’agenzia al potenziale cliente? A fare il punto è un interessante approfondimento a firma Dario Aquaro, apparso su Il Sole 24 Ore appena pochi giorni fa, che traccia una fotografia piuttosto chiara di quello che dovrebbe essere il ruolo “ideale” del mediatore immobiliare.
Per svolgere il compito di agente immobiliare, e fornire un efficiente servizio di mediazione, esordisce il quotidiano, “l’agente che ha ricevuto l’incarico deve reperire ogni documento e informazione utile e metterli a disposizione del cliente, per dare una visione chiara ed esaustiva dell’affare. Quindi deve poter fornire: certificati di destinazione d’uso, di destinazione urbanistica, copie conformi di documenti di condoni, concessioni o licenze edilizie, concessioni in sanatoria. E ancora: certificati di abitabilità e agibilità, classe energetica, attestazione di conformità degli impianti, copia delle schede catastali depositate, estratti di mappa, certificati storici, presentazione di nuove schede o frazionamenti da parte di tecnici abilitati, iscrizioni ipotecarie, storici ipotecari”.
Più nel concreto, l’agente deve essere “pronto a illustrare le notizie sulle caratteristiche generali dell’immobile (ad esempio il grado di accessibilità per i portatori di handicap) e sulle dotazioni urbanistiche e sociali della zona (scuole, ospedali, verde pubblico eccetera). Queste norme di comportamento sono (dovrebbero essere) tipiche di un mediatore iscritto presso la Camera di commercio, meglio se membro di un’associazione di categoria, che prevede un codice di autodisciplina da accettare espressamente”.
Peccato che questa panoramica “ideale” si scontri con una realtà del tutto diversa. A dircelo, sulle pagine dello stesso quotidiano, è Beatrice Zanolini, segretario Fimaa Milano, Monza e Brianza, che invita a controllare sempre e comunque la regolare iscrizione dell’agente immobiliare. “A volte, infatti le agenzie si avvalgono di chi non è iscritto. O è lo stesso acquirente, per timore di vincolarsi troppo, a rivolgersi a gente non abilitata” – afferma Zanolini.
Qui il nostro intervento sull’insoddisfazione degli acquirenti casa nei confronti delle agenzie immobiliari.