Chi l’ha detto che il desiderio delle banche è quello di fare sempre più mutui, e che tale volontà non trova pronta risposta dalla debolezza della domanda di settore? Secondo quanto riportato da Adnkronos in un suo recente intervento, la situazione è esattamente l’opposta: sarebbero gli istituti di credito italiani a sancire, in maniera “ufficiosa” il nuovo obiettivo creditizio: fare meno mutui possibile, cercando di contrarre le disponibilità concessorie nei confronti della clientela.
A dirlo è un responsabile del segmento retail di una delle principali banche italiane, che si “confessa” – rimanendo anonimo – all’agenzia di stampa. “Facciamo riunioni ormai a cadenza quotidiana e ci sono comunicazioni interne, anche scritte, per veicolare un messaggio piuttosto semplice: fate pochi mutui”, ricorda il responsabile retail.
Ma in che modo è possibile effettuare meno erogazioni? “Basta una clausola diversa, un termine anticipato o un tetto alzato di poche migliaia di euro, magari con disposizioni temporanee e facilmente occultabili in caso di necessità, per decretare il fallimento di un’istruttoria di mutuo” – spiega il dirigente, che poi aggiunge che – “Se poi questo meccanismo si applica tenendo conto della tipologia di pratiche che abitualmente arrivano alla stipula, è facile comprendere come regolare il flusso di nuovi mutui sia per la banca semplice come aprire o chiudere un rubinetto”. E ancora: “Se fino a sei-otto mesi fa esistevano parametri premiali proporzionali ai contratti di mutuo stipulati, oggi sono praticamente spariti e, dove ci sono ancora, completamente ignorati”.
“A spiegare una scelta che in altri tempi sarebbe totalmente incomprensibile è la crisi di liquidità che, ormai da quattro anni, sta colpendo il sistema bancario. Il rapporto tra la raccolta e gli impieghi, quindi sostanzialmente i prestiti erogati, si e’ sbilanciato a causa della crisi. E il mercato interbancario e’ fermo. In questo contesto, per le banche diventa molto piu’ redditizio fare trading sui titoli di Stato, prendendo soldi dalla Bce all’1% investendoli in titoli di Stato più remunerativi, che non ‘disperdere’ liquidita’ nell’economia reale, a imprese e famiglie, attraverso l’erogazione di finanziamenti e mutui. A dimostrare la consistenza del fenomeno sono i dati diffusi oggi dalla Cgia di Mestre. Nel periodo fra dicembre 2011 e maggio 2012, contrassegnato dalla maxi-iniezione di liquidita’ con 255 miliardi di euro di finanziamenti all’1% ricevuti dalla Bce, le banche italiane hanno ridotto i prestiti alle famiglie (-1,29 miliardi di euro pari ad una variazione del -0,3%) ed alle imprese (-7,9 miliardi di euro pari al -0,8%), ma hanno aumentato del +44,3% (pari a +92,89 miliardi di euro) l’acquisto di titoli di Stato” – aggiunge invece l’agenzia.