In Italia i mutui e i prestiti sarebbero sempre più costosi. Ad affermarlo sono la Adusbef e la Federconsumatori, che hanno rielaborato le statistiche compiute dalla Banca Centrale Europea e da Bankitalia, secondo cui lo spread applicato dalle banche italiane ai tassi di riferimento porterebbe il costo del denaro nel nostro Paese ben oltre la media di quanto applicato nel resto d’Europa. Ma quanti interessi paghiamo in più, rispetto ai nostri “colleghi” continentali?
Secondo le associazioni di difesa dei consumatori, sulla rata mensile si arriva a differenze di 70 euro per i mutui e di 23 per i prestiti. Pertanto, nell’ipotesi di un mutuo trentennale di 100mila euro, a fine periodo l’utente italiano paga oltre 24mila euro in più rispetto a quello degli altri Paesi euro (vedi anche Mutui sempre più rari: la fotografia del mese).
In maniera più diffusa, il quotidiano La Repubblica ricordava pochi giorni fa che “stando agli ultimi dati della Banca centrale europea e della Banca d’Italia, i pochi fortunati che riescono a ottenere un mutuo trentennale di 100mila euro pagano mediamente una rata mensile di 515 euro (tasso del 4,64%), contro i 446 euro (tasso del 3,45%) di un francese, di un tedesco o di un qualsiasi altro cittadino dell’area euro. Calcolatrice alla mano, si tratta di 69 euro in più ogni mese e di 828 euro l’anno. Che in trent’anni diventano 24.840 euro, quasi un quarto dell’intera somma erogata”.
Di fatti, tra quanto applicato nell’area euro e quanto imposto in Italia vi sarebbe uno spread di 1,19 punti percentuali, contro gli 0,66 punti percentuali di un anno fa. Il tutto, nonostante la base di partenza sia la stessa: Euribor o tasso BCE per i mutui a tasso variabile, Eurirs per i mutui a tasso fisso. E allora? “Gli istituti finanziari italiani approfittano dei tassi bassi, ai minimi storici, per applicare spread altissimi, guadagnando così cifre esorbitanti sui mutui, come sui prestiti” – spiega Elio Lannutti di Adusbef – “Arrivano ad applicare ai mutui a tasso variabili spread dal 2,7 al 4,50%, per i fissi si arriva anche al 5%. Aggiungendoci i tassi Euribor o Eurirs, ecco che si raggiungono picchi del 4,50 per i variabili e del 6,8 per i fissi. Che si traduce in un vero e proprio salasso per i consumatori” (vedi anche Mutui italiani più cari d’Europa).