Vivere in affitto, pagando un canone, magari per importi più bassi rispetto a quelli che si possono pagare mese dopo mese con un mutuo. Oppure acquistare la casa, con un mutuo, pagare importi mensili un po’ più alti, fare qualche sacrificio e, di conseguenza, diventare proprietari dell’immobile nel lungo periodo, ovverosia alla scadenza del piano di ammortamento, a patto chiaramente d’aver pagato tutte le rate! E’ questo il dilemma, magari di una giovane coppia che ha deciso di andare a vivere sotto lo stesso tetto e costruirsi una famiglia. Qual è allora la scelta più saggia? Ebbene, pagare l’affitto per molti italiani, non a torto, viene visto un po’ come buttare i soldi; ma accollarsi un mutuo, specie di questi tempi, può rappresentare un impegno tanto gravoso quanto rischioso.
Ebbene, secondo quanto riportato dal portale di annunci immobiliari online Idealista.it, riprendendo un’analisi a cura della rivista “Casa Plus 24“, il mutuo conviene rispetto all’affitto conti alla mano. In particolare, la convenienza del finanziamento ipotecario rispetto all’affitto la si vede nel lungo periodo, ed in particolare dopo una decina d’anni.
Certo, occorre trovare la banca che ci concede un mutuo! Le istruttorie, infatti, rispetto al passato sono decisamente più stringenti, e nonostante dallo scoppio della crisi finanziaria siano passati molti anni, lo scenario per l’accesso al credito non è ancora quello del periodo pre-crisi. Basti pensare che, dopo il boom iniziale, di recente dal mercato sono sparite in buona parte anche le offerte di mutuo innovative come quelle con il “cap”, ovverosia con il tetto massimo al tasso. Ed anche i mutui giovani ci sono, ma per sottoscriverli spesso la banca chiede che “intervengano” nella stipula anche i genitori. Ci sono infatti i cosiddetti mutui per i precari, ma se il lavoratore precario lo è sin troppo, le garanzie offerte dal contratto di lavoro e dai compensi che percepisce possono essere insufficienti per poter acquistare casa con un finanziamento ipotecario.
