L’euribor si mantiene sui minimi storici, anzi li aggiorna oramai in continuazione da parecchie settimane, e questo è di certo un bene per chi negli ultimi mesi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, visto che la rata mensile tende a scendere di importo.
Pur tuttavia, chi si appresta a stipulare un mutuo a tasso variabile deve prendere in considerazione il fatto che il costo del denaro non rimarrà tale, ovverosia sui minimi di sempre, nell’arco dei 10, 15 o 20 anni e più di durata del mutuo, ragion per cui prima o poi si dovrà comunque fare i conti con una rata più elevata.
In più, a fronte di un euribor sui minimi, negli ultimi mesi in Italia molte banche hanno alzato gli spread, ovverosia la commissione fissa che aggiunta all’euribor forma il tasso in corrispondenza del quale il mutuo viene erogato. Di conseguenza, è d’obbligo invitare i potenziali mutuatari che si apprestano a coronare il sogno di una vita, consistente nell’acquisto della prima casa ad uso residenziale, ad acquisire quanti più preventivi di mutuo possibili da parte delle banche; questo perché, proprio in virtù dei differenti livelli di spread applicati, le differenze sul tasso offerto possono anche essere significative.
Oltre ai classici mutui a tasso fisso, e quelli a tasso variabile, sia le grandi banche, sia quelle più piccole e più radicate sul territorio, offrono oramai da parecchi mesi anche la possibilità di stipulare i cosiddetti “mutui innovativi” che offrono periodicamente l’opportunità di esercitare l’opzione sul tasso, passando dal fisso al variabile, oppure garantiscono la certezza di pagare una rata non superiore ad un certo limite prefissato nel caso in cui il costo del denaro dovesse aumentare sensibilmente. Oppure ancora, visti gli attuali tassi bassi, ci sono sul mercato mutui a tasso variabile per i primi due/tre anni e poi per tutta la restante durata del piano di ammortamento il tasso diventa fisso e pari a quello predeterminato in sede di stipula.