Per la stipula di un mutuo casa in Italia ci sono due possibilità di stipula per quel che riguarda la formula a tasso variabile: c’è infatti il mutuo a tasso variabile indicizzato all’euribor, di norma quello con scadenza a tre mesi, e poi c’è anche il mutuo a tasso variabile indicizzato al tasso della Bce, ovverosia quello relativo al costo del denaro fissato periodicamente dalla Banca centrale europea. Di conseguenza un mutuatario, quando vuole stipulare un mutuo a tasso variabile, può farsi predisporre dalla banca due preventivi e scegliere tra i due quello più conveniente e più adatto alle proprie esigenze.
Rispetto al mutuo a tasso variabile indicizzato all’euribor, quello indicizzato al tasso Bce ha un costo più stabile in quanto i livelli dei tassi da parte della Banca centrale vengono fissati periodicamente, e spesso, come accaduto negli ultimi mesi, non vengono toccati per lungo tempo; il tasso euribor, invece, risente fortemente delle oscillazioni di mercato e quindi possono esserci variazioni anche sensibili sull’importo della rata mensile nei casi di eccessivo “surriscaldamento” del costo del denaro.
Dall’1 gennaio del 2009, le banche per Legge, in accordo con quanto mette in risalto l’associazione Altroconsumo, dovrebbero proporre sia i mutui a tasso variabile Bce, sia i mutui a tasso variabile euribor; ma il condizionale è d’obbligo visto che l’Associazione dei Consumatori ha “scoperto” che ci sono banche che non offrono il mutuo al tasso Bce, mentre altre che lo propongono lo offrono a condizioni tali che il cliente è “costretto” per ragioni di convenienza a puntare per la soluzione indicizzata all’euribor. Altroconsumo, è giusto dirlo, ha però rilevato anche banche “virtuose” e corrette che applicano la Legge, ma visto che ci sono tante altre che non lo fanno, l’Associazione ha provveduto ad inviare una segnalazione in merito alla Banca d’Italia visto che ci sono le condizioni per possibili sanzioni a carico degli Istituti di credito.