Nella prima metà del corrente mese di maggio 2010 il tasso euribor con la scadenza a tre mesi si è attestato allo 0,68% di media rispetto ad una media che ad aprile 2010 è stata invece dello 0,64%, ovverosia sugli stessi valori medi che sono stati registrati nel mese di marzo del 2010. A rilevarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel suo “Monthly Outlook” del mese di maggio 2010, dal quale è altresì emerso come sia pari a ben 78 punti base il ribasso dell’euribor alla fine dello scorso aprile rispetto allo stesso periodo del 2009. Il tasso di riferimento sul mercato interbancario, fondamentale tra l’altro per le banche nell’agganciare i mutui a tasso variabile proposti alle famiglie in Italia, si mantiene così ben lontano dai livelli del costo del denaro fissati attualmente dalla Bce.
La Banca centrale europea, infatti, il 6 maggio scorso, a seguito della riunione del proprio Consiglio Direttivo, ha confermato all’1% il tasso di riferimento nel Vecchio Continente lasciandolo stabile oramai da diversi mesi per effetto di un quadro congiunturale molto incerto ed a fronte di uno scenario che, in base ai rilievi mossi dalla Bce, è caratterizzato da una stabilità dei prezzi che nel medio termine dovrebbe essere mantenuta, e da una ripresa dell’economia nell’ambito, comunque, di un percorso di crescita moderato.
A pesare sulla politica monetaria della Bce, ma anche sull’andamento dell’Euribor, in una fase caratterizzata da timori e sospetti sul “rischio Paese” nell’Eurozona, sarà per i prossimi mesi la politica economica dei singoli Paesi che adottano l’euro. Al fine di evitare danni a carico della reputazione di ogni singola nazione dell’Eurozona e quindi, della stabilità del sistema monetario, la Banca centrale europea è nuovamente intervenuta esortando ogni singolo Paese ad intervenire programmando un rapido piano di rientro dal deficit almeno di entità, ogni anno, non inferiore allo 0,5% del proprio prodotto interno lordo.