Il mutuo vitalizio è un finanziamento con garanzia ipotecaria, a tasso di interesse fisso, regolato dalla legge 248/2005, concesso a chi ha più di 65 anni di età ed è proprietario di un immobile ad utilizzo residenziale sui non siano iscritti gravami, del valore di almeno 75 mila euro. In tal modo il cliente “meno giovane” potrà disporre di un valore netto parametrato a quello commerciale del proprio bene, senza pagare alcuna rata nel piano di rimborso. La restituzione del capitale avverrà infatti dopo la morte del mutuatario, eventualmente a carico degli eredi.
Fin qui, la teoria. Peccato che in pratica del mutuo vitalizio si siano perse totalmente le tracce, dopo un boom del 2011, con un incremento del 30 per cento e 70 milioni di euro di erogato. Ad occuparsi della sparizione dei mutui over 65 è stato, negli ultimi giorni, Vito Lops sulle pagine del settimanale immobiliare Casa 24, de Il Sole 24 Ore, secondo cui gli istituti di credito che poco prima avevano fatto dei mutui vitalizi una delle leve commerciali creditizie, ora avrebbero tirato il freno delle concessioni.
Eppure, sottolinea il giornalista, l’interesse per il settore dei prestiti vitalizi sarebbe anche piuttosto forte, tanto che il 27 luglio scorso l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, ha firmato un protocollo con le associazioni dei consumatori per lo sviluppo dei prestiti vitalizi. A settembre è poi nato 65 Plus, un osservatorio che vede protagonisti Prometeia e il centro studi e ricerche sul disagio e sulle povertà educative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, al fine di fornire servizi e consulenza agli operatori che intendono agire nel segmento del credito agli anziani.
Alcune banche stanno valutando il lancio di nuovi prodotti in questo senso, ma la congiuntura negativa e le ristrettezze creditizie da parte degli istituti nazionali e internazionali non sembrano giovare a queste politiche operative. Continueremo ovviamente a tenere d’occhio per voi l’evoluzione di questo fenomeno.