La Banca Centrale potrebbe ritardare la ripresa dei tassi di interesse di riferimento, perchè il mercato immobiliare è ancora troppo debole.
Il numero di autorizzazioni per la realizzazione di proprietà immobiliari in Nuova Zelanda è calato ancora, durante il secondo trimestre dell’anno, ritardando la possibile ripresa nel settore delle costruzioni, e l’intera crescita economica del Paese. Secondo alcuni analisti, l’evoluzione inattesa del dato potrebbe altresì condizionare le prossime decisioni da parte della massima istituzione monetaria della nazione.
I permessi concessi ai costruttori, utili per consentire la formale realizzazione di proprietà ad uso abitativo, sarebbero diminuiti di 6,6 punti percentuali nel trimestre terminato il 30 giugno 2010, rispetto al livello riscontrato dall’Istituto Nazionale di Statistica nel corso del trimestre precedente. A sua volta, il primo trimestre dell’anno aveva dato seguito a un lieve calo su base trimestrale, pari a 0,1 punti percentuali.
Il dato va letto soprattutto con un occhio di attenzione sul segmento della realizzazione delle unità abitative, vero anello debole della catena immobiliare neozelandese in questa lunga e difficoltosa strada di ripresa verso la normalizzazione. Escludendo infatti il peso relativo agli appartamenti, il numero di permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti locali, sarebbe cresciuto di 0,7 punti percentuali rispetto al periodo di confronto precedente.
Il dato, unito alle altre considerazioni macroeconomiche in fase di pubblicazione in queste ore, denota come l’economia neozelandese sia più debole di quanto precedentemente stimato da governo e Banca Centrale. Proprio il governatore della Banca Centrale Alan Bollard ha in tal proposito affermato pochi giorni fa e che il futuro incremento dei tassi di interesse di riferimento da parte della propria istituzione sarà probabilmente più moderato di quanto precedentemente indicato.
In ogni caso, la Banca Centrale neozelandese ha prodotto nell’ultima seduta un rialzo di 25 punti base nel tasso di interesse ufficiale di sconto, portato da 2,75 punti percentuali a 3 punti percentuali. Secondo un’analisi previsionale condotta da Credit Suisse, vi sarebbe il 68% di possibilità di osservare un altro incremento dei tassi di interesse di riferimento durante la prossima seduta, già fissata per il 16 settembre.