Goldman Sachs si interroga sul futuro dei bilanci delle banche cinesi dopo le "strette" del governo in materia di finanziamenti immobiliari.
Più volte abbiamo discusso sull’andamento del mercato immobiliare cinese, caratterizzato da una vertiginosa crescita dei valori commerciali delle case, e da una altrettanto dinamica ricerca, da parte delle autorità locali, di rimedi alla formazione di una pericolosa bolla speculativa nel real estate del più popoloso Paese asiatico.
In tal merito, Goldman Sachs Group lancia una preoccupazione piuttosto evidente, relativa agli effetti che nuove misure stringenti sul fronte finanziario – immobiliare potrebbero avere sui bilanci delle banche, che dovranno fronteggiare un volume di richieste di finanziamenti certamente in calo, visti i freni imposti dal governo.
Ricorda l’istituto di credito americano come, nel corso del 2009, le banche cinesi abbiano erogato circa 1,4 trilioni di nuovi finanziamenti: un volume davvero mostruoso, che oltre a spingere più del dovuto l’immobiliare locale, ha anche prodotto atteggiamenti evidentemente speculativi, e un arricchimento di crediti deteriorati nei bilanci delle stesse aziende creditizie.
Un freno ai nuovi finanziamenti potrebbe pertanto condurre a una più severa politica creditizia, in grado di migliorare qualitativamente gli impieghi degli stessi istituti di credito. Ma le conseguenze negative non dovrebbero mancare, e gli azionisti della Borsa di Hong Kong ne stanno traendo i primi effetti, con i titoli bancari in fase di attuale deprezzamento.
Inoltre, è altresì probabile che l’intera crescita economica cinese possa conseguire un rallentamento, a causa della contrazione della capacità erogatrice delle banche del Paese asiatico.