Era stato uno degli impegni dei primi centi giorni di governo Berlusconi, il Piano Casa per i Giovani. Un programma per facilitare gli affitti e l’acquisto della prima abitazione da parte delle giovani coppie. Un aiuto da tempo atteso per quanti hanno intenzione di sposarsi e intraprendere la meravigliosa – e pur difficile – avventura della costruzione di una famiglia.
L’operazione dovrebbe essere possibile grazie ad affitti a prezzi calmierati nei principali centri cittadini della penisola, mutui a tassi ridotti e soprattutto con l’utilizzo del grande patrimonio immobiliare del demanio. In alcune città capofila sorgeranno vere e proprie New Town, aree in cui realizzare piccoli quartieri destinati ai giovani. Per la realizzazione si punta molto sull’aiuto dei privati e sullo strumento del project financing.
Nel frattempo a Roma il Piano Casa a livello comunale è partito. Verranno costruiti 25.700 alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica. Roma è una delle aree più sofferenti della penisola dal punto di vista abitativo: i prezzi degli immobili si aggirano intorno a 4.000 euro al metro quadro.
I costi si mantengono alti per una naturale legge del mercato, in mancanza di offerta e quindi con scarsità di un bene, sono i proprietari di quel bene a stabilire il prezzo, senza una reale dinamica domanda/offerta.
Secondo una recente indagine del Cresme, per far fronte all’emergenza abitativa a Roma ci sarebbe bisogno di almeno 46.600 alloggi. La soluzione del Comune punta a consegnarne 27.500 entro il 2015. Altri 9.000 dovrebbero uscire fuori dal ‘residuo’ del Piano Regolatore, mentre 11.900 dovrebbero arrivare a famiglie svantaggiate con affitti calmierati.
Da una parte case popolari (ERP- Edilizia Residenziale Pubblica) in affitto e dall’altra housing sociale, cioé appartamenti a basso destinati a famiglie in difficoltà, giovani coppie, anziani e studenti, immigrati residenti da almeno 10 anni sul territorio nazionale o da 5 anni nel Lazio.
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