Il Piano Città per il recupero delle aree degradate “non porta nessuna innovazione”. Ad affermarlo è il dai presidente dell’Istituto nazionale di Urbanistica, Federico Oliva, durante la recente edizione 2012 di Urbanpromo Social Housing, un evento organizzato per fare il punto sulle necessità del mercato immobiliare e, in particolar modo, quello del social housing di cui abbiamo parlato pochi giorni fa. Scarse risorse, fiscalità inefficiente, provvedimenti non sufficienti e tante altre determinanti rischiano di condizionare negativamente l’evoluzione del mattone italiano.
“Il modello su cui si basa è vecchio e 200 milioni sono pochi per una politica complessiva di rigenerazione urbana di livello nazionale. Senza contare che si tratta di fondi che derivano dal recupero di vecchi stanziamenti, addirittura a partire dagli anni Novanta, destinati a sbloccare progetti già presenti e fermi da tempo” – afferma Oliva, che poi rilancia – “Il Governo, nonostante gli sforzi, non è riuscito a fermare l’incremento del debito pubblico. Non abbiamo più risorse che arrivano alle città dalla fiscalità generale, i trasferimenti si sono progressivamente azzerati. Dobbiamo trovare un’altra fonte di finanziamento. La via è una redistribuzione sociale della rendita, che è acciaccata, ma ancora resiste”.
A fronte di esigenze presenti e consolidate, pertanto, la risposta delle istituzioni – secondo Oliva – è lenta e inadeguata. Di qui la sottolineatura di un contesto estremamente critico, visto e considerato che la metà delle famiglie in affitto nel nostro Paese fatica ad arrivare a fine mese e a pagare il canone di locazione a prezzi di mercato.
“A fronte di un quadro preoccupante” – sottolinea Maria Chiara Voci su Il Sole 24 Ore – “la Cdp Investimenti, la Sgr della Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce il Fondo Investimenti per l’Abitare, dedicato all’edilizia privata sociale, ha cercato di far partire iniziative sul territorio locale. Al momento (settembre 2012), le delibere preliminari assunte dal Cda riguardano 15 fondi locali, gestiti da 9 società di gestione del risparmio, per un ammontare di oltre 500 milioni di investimenti potenziali, di sui 276 milioni deliberati in via definitiva in 12 dei 15 fondi, per 68 interventi di housing sociale, ubicati in diverse città e per oltre 5.200 alloggi. Nonostante lo sforzo, però, la realtà dei fatti è ancora fortemente sbilanciata, con pochi interventi al Sud e un numero totale di attività insufficiente rispetto alla crescente domanda”.