Un’analisi compiuta dalla società di consulenza e di monitoraggio Realty Trac Inc. afferma che le procedure di pignoramento delle case, sul mercato statunitense, sarebbero cresciute del 7% durante il mese di ottobre, toccando pertanto i massimi livelli da sette mesi a questa parte.
La ragione del significativo incremento del dato è da ricondursi principalmente a una forte accelerata delle procedure da parte degli istituti di credito, che stanno gradualmente superando le lungaggini tecniche che hanno consentito all’elemento statistico di non “esplodere” nel corso dell’anno.
Complessivamente, le proprietà immobiliari interessate da avvisi di pignoramento e di esproprio sono state pari a 230.678 unità, contro le 214.855 del mese di settembre. In altri termini, un proprietario immobiliare su 563, ha avuto a che fare con morosità che stanno conducendo al pignoramento della propria abitazione.
L’andamento della variabile statistica sta pertanto assumendo un nuovo connotato, dopo una lunga parentesi positiva di flessione che ha portato il volume dei pignoramenti in calo del 31% rispetto ai massimi del mese di ottobre 2010. Stando ai consulenti della Realty Trac, è ora possibile che i pignoramenti riprendano a crescere in maniera consistente, dando sfogo al fenomeno per mesi tenuto sotto pressione.
Sempre gli analisti della società di consulenza californiana sostengono inoltre che il mercato immobiliare statunitense avrà bisogno di almeno altri 40 mesi per poter assorbire tutte le proprietà abitative oggetto di pignoramento, e che il 29% dei mutuatari americani vede il valore della propria casa scendere al di sotto di quello del proprio mutuo (situazione che, in altri termini, impedisce a costoro di poter avere accesso a qualsiasi altra forma di sostituzione di finanziamento, o di ristrutturazione della propria esposizione passiva debitoria, ponendo tale fascia di debitori a maggior rischio all’interno della platea di finanziati).