Recenti opinioni divergenti hanno sollevato accese discussioni circa l’appropriatezza (o meno) degli attuali livelli di pressione fiscale sul mercato immobiliare italiano. A fronte di alcuni interventi critici da parte degli operatori di settore, il governo ha recentemente risposto affermando che la pressione del Fisco sull’immobiliare della Penisola non sarebbe affatto così elevata come sostenuto da più di qualcuno, ma sarebbe addirittura sotto la media Ocse, e aprendo di fatto margini di giustificazione piuttosto importanti per i recenti interventi in tal senso.
Ad esser convinta della bontà del fisco immobiliare italiano è Fabrizia Lapecorella, direttore del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, recentemente intervenuta durante un’audizione in Commissione Finanze alla Camera. Secondo il rappresentante del Dipartimento, la pressione fiscale sull’immobiliare non sarebbe poi così elevata, e mostrerebbe gap positivi nei confronti della media dell’area Ocse.
In particolare, Lapecorella ha dichiarato che la tassazione immobiliare italiana sia “a un livello relativamente basso rispetto ad altri paesi Ocse” (può essere anche causa fondamentale della crisi?). In termini statistici, in Italia la tassazione media è dello 0,6 per cento, contro il 3,5 per cento del Regno unito e il 2,5 per cento della Francia. Il Bel Paese mostrerebbe pertanto margini positivi di manovra anche nei confronti della media Ocse, che è attualmente pari all’1,1 per cento.
Considerando che i valori sono relativamente bassi, il governo sarebbe stato “indotto” a intervenire in questo ambito. “Con la consapevolezza” – ha dichiarato Lapecorella – “che un aumento della pressione fiscale nel settore immobiliare poteva essere utile per conseguire anche obiettivi redistributivi utili”.
Rimane ora da comprendere in che modo questa dichiarazione possa alleviare o accentuare le divergenze di opinioni tra i costruttori, che ritengono che la pressione fiscale sull’immobiliare italiana sia eccessivamente elevata, e gli esponenti di governo, che invece continuano a ribadire che la pressione fiscale immobiliare italiana sia su livelli bassi e tollerabili, rispetto almeno a quanto avviene nel resto dell’area Ocse.