Sono negative anche per l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, le previsioni sul futuro del mercato immobiliare nazionale per i prossimi mesi, e anni. Sul fronte consuntivo, l’Associazione rileva come l’immobiliare italiano da oramai diversi mesi stia registrando un andamento significativamente negativo, e come gli ultimi interventi legislativi varati dal governo Monti hanno contribuito solamente a peggiorare il quadro, già decisamente compromesso, del mattone di casa nostra.
In particolare, Paolo Buzzetti, che dell’Ance è presidente, ricorda come attualmente la tassazione italiana sull’immobiliare (abitativo o residenziale, e non) sia la più elevata d’Europa, e come su questo profilo l’introduzione della nuova imposta municipale unica (l’Imu, sostitutiva della vecchia Ici), abbia avuto degli effetti particolarmente negativi, poiché “disincentiva gli affitti e mette in difficoltà le famiglie che hanno comprato casa”.
Per tale motivo, e non solo, il presidente dell’Ance richiede esplicitamente al governo un pronto intervento, varando degli interventi che possano contribuire a sostenere il settore, in modo da invertire radicalmente la rotta. Interventi che, precisa ancora Buzzetti, non possono che partire proprio dall’applicazione dell’imposta municipale unica, un’imposta che ha assunto le forme di una vera e propria patrimoniale.
Ancora, secondo quanto affermato dagli ultimi dati statistici ufficiali sull’andamento delle compravendite e dei prezzi delle case, la tendenza è particolarmente drammatica (qui le previsioni Remax), con una contrazione delle operazioni di vendita che è stata pari al 24 per cento da inizio anno, rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno.
Come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare sulle nostre pagine, gran parte del demerito va anche al sistema bancario, che con una ristrettezza creditizia di ampio respiro sta impedendo l’accesso al mutuo da parte di un nutrito gruppo di utenza. Attualmente – sottolinea infine l’Ance – vi sarebbe una domanda insoddisfatta pari a 596 mila abitazioni, che potrebbe trovare parziale accoglimento non prima del 2014, visto e considerato che l’anno prossimo si prevede una riduzione degli impieghi del 3,8 per cento.