Secondo quanto riferito dalla Fimaa di Roma, i prezzi delle case della Capitale sarebbero ancora in calo, con quotazioni stabili solamente nella più prestigiosa zona centrale. In calo anche i canoni di locazione, mentre incrementano in misura significativa i tempi utili per poter concludere le transazioni. La ripresa è comunque attesa (ottimisticamente?) entro la fine dell’anno.
A confermare le prospettive di cui sopra sono stati gli ultimi dati dell’associazione della Confcommercio che riunisce gli agenti immobiliari, con il presidente Maurizio Pezzetta che dichiara come “gli acquisti sono calati del 40 per cento in confronto al 2005, l’anno d’oro delle transazioni”.
Ad ogni modo, precisa ancora la Fimaa, non tutte le quotazioni si sarebbero ristrette in misura uguale, visto e considerato che nella zona di San Giovanni i prezzi al metro quadro sarebbero calati del 12 per cento, mentre nelle aree di maggiore pregio (come quelle vicino a Piazza di Spagna) le case hanno mantenuto adeguatamente le quotazioni preesitenti.
Per quanto concerne invece le quotazioni di Roma Sud, le valutazioni sono calate del 6%; ancora peggio il trend assunto dall’area di Cassa Torrevecchia, che ha registrato una flessione dell’8 per cento. Calo del 6% anche a Monteverde e Aurelio, del 5% a Roma Est, Policlinico, Pietralata, e del 3% a Prati e Corso Francia (qui i prezzi delle case a Roma a febbraio 2013).
E il futuro? Secondo Pezzetta “il mercato dovrebbe riprendersi entro la fine dell’anno, se il nuovo governo vorrà sostenere la crescita, rallentando la stretta sul credito e la tassazione. Questo settore è un volano per l’economia e bisogna farlo ripartire il prima possibile. Guardiamo agli Stati Uniti: là tutto è crollato per la crisi del mercato immobiliare e ora proprio dal mercato immobiliare l’economia si sta rialzando”.
Secondo Valerio Angeletti, presidente Fimaa Italia, “bisogna andare incontro ai segnali di attenzione dei gruppi internazionali e dei singoli cittadini stranieri, aiutandoli ad acquistare da noi con appositi permessi di soggiorno, come ha già fatto la Grecia”.