La crisi del settore immobiliare lombardo e nazionale sembra intaccare anche il comparto degli immobili di maggior pregio, che almeno in un primo momento erano riusciti ad evitare il clamore più grave di questa congiuntura negativa. Secondo le ultime rilevazioni, il valore commerciale degli immobili sarebbe calato del 23 per cento nel corso degli ultimi cinque anni, trainato al ribasso da scarsi investimenti e dalla poca domanda da parte di investitori esteri.
Il comparto delle abitazioni di pregio (definendo in tali proprietà immobiliari quelle con un valore di mercato pari almeno a un milione di euro) avrebbero così perso circa il 23 per cento del proprio valore originario, ai margini iniziali della bolla speculativa toccata nel corso del primo semestre 2008 (vedi anche Prezzi delle case a Milano – febbraio 2013).
“Gli immobili di pregio” – spiegava in proposito Garbiele Torchiani, dell’agenzia Tirelli & Partners – “risentono dell’andamento del mercato. Non sono più un’isola felice e non danno in questo momento segnali di grande vitalità, anche se siamo arrivati a un punto in cui domanda e offerta sono molto vicine ad incontrarsi dopo un lungo periodo di assestamento”.
A penalizzare il comparto è prevalentemente la presenza di uno stock invenduto di immobili, in gran parte vecchi, e dalla scarsità di investimenti che possano incontrare le già consolidate richieste di sostenibilità ambientale e di dotazione tecnologica dei potenziali acquirenti (in particolare stranieri, meno del 2% del totale). Non vi sarebbe invece alcun impatto significativo determinato dalla nuova imposta municipale unica. “Non esiste alcun tipo di correlazione” – osserva ancora Torchiani dalle pagine del Corriere Nazionale – “fra tassazione immobiliare e l’andamento delle transazioni. Non è mai esistito in Italia, il mercato è esploso con un +25% di transazioni quando c’era l‘Ici, quando, invece, è stata tolta il mercato è sceso in numero di transazioni del 13%”.