Nei giorni scorsi è sfumato, nell’iter di approvazione della Finanziaria 2010, il progetto di introdurre finalmente nel nostro Paese in materia di affitti la cedolare secca.
Se ben “congeniata”, infatti, la cedolare secca avrebbe contribuito a far emergere gli affitti in nero, e garantire un risparmio fiscale sia per il proprietario dell’immobile, sia per l’inquilino nel caso in cui fosse stata introdotta la possibilità di portare in detrazione il canone di locazione, o comunque una quota parte, dalla dichiarazione dei redditi.
Ma per un beneficio che sfuma c’è il rischio che sulla prima casa possa gravare un nuovo costo a carico dei proprietari di immobili e delle famiglie; allo stesso modo della cedolare secca, da tempo in Italia si parla dell’introduzione di una assicurazione obbligatoria sulla casa. Quest’idea, tra l’altro, ha preso ulteriormente piede negli ultimi mesi a seguito del terremoto dello scorso mese di aprile in Abruzzo, ma l’introduzione obbligatoria di una polizza sulla casa in cui si abita viene da molti considerata come una vera e propria tassa che si va a sostituite all’imposta comunale sugli immobili (Ici) che già da un po’ non si paga tranne che per i casi di immobili di lusso e di pregio come i castelli e le abitazioni signorili.
Al riguardo, il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, è contrario all’ipotesi di introdurre nel nostro Paese la polizza obbligatoria sulla casa; secondo il Sindacato, infatti, il Governo, nell’ambito del progetto che dovrebbe portare ad una riforma della Protezione Civile, dovrebbe più preoccuparsi di mettere a punto politiche pubbliche sull’ambiente e sul territorio, piuttosto che introdurre delle forme di assicurazione obbligatoria per il rischio sismico e idrogeologico.
Secondo il Sindacato, infatti, c’è uno scarico di responsabilità, in maniera generalizzata, a carico di chi vive nelle case che oramai spesso individuano un patrimonio immobiliare inadeguato, vetusto e non a norma. E neanche con la Finanziaria 2010, in corso di approvazione, c’è in tal senso un’inversione di tendenza visto che, secondo quanto afferma il Sunia, il “fondo ambiente” è stato in pratica quasi azzerato.