Stando a quanto affermato da una recente analisi da parte di Domotecnica – Divisione Condomini, il condominio italiano in media consumerebbe circa 27.900 metri cubi di gas, emettendo nell’atmosfera circa 56 mila chilogrammi di anidride carbonica. Ne consegue che la bolletta media è pari a 26.300 euro, ovvero circa 1.256 euro per famiglia. Ma come ridurre questi importanti sprechi?
Secondo quanto emerge dalle principali analisi, per poter contrarre fortemente questi consumi sarebbe sufficiente un intervento di riqualificazione energetica che possa abbattere almeno del 32,5 per cento i consumi: tenendo in considerazione che in Italia ci sono circa 1 milione di condomini, ne deriverebbe un risparmio complessivo di 8,3 miliardi di euro spesi ogni anno dagli italiani per riscaldamento ed elettricità (tra i tanti articoli che abbiamo dedicato all’argomento dei condomini in Italia, vedi anche il nostro focus sulla riforma del condominio 2013 o, in più dettaglio, questo nostro approfondimento sul risparmio energetico conseguibile con la geotermia in condominio).
Dai dati Domotecnica – ricordava il quotidiano Il Sole 24 Ore nel suo magazine Casa 24 – “emerge l’identikit del condominio medio italiano, con impianto centralizzato alimentato a metano, di medio-piccole dimensioni (circa 21 alloggi), situato nel nord Italia, con una caldaia sovradimensionata. L’analisi dei consumi ha messo in evidenza che, grazie a un semplice intervento di riqualificazione (su impianti e dispersioni termiche), l’edificio-tipo italiano potrebbe risparmiare fino a 8.328 euro l’anno, quasi 400 euro a famiglia. E la riduzione potrebbe raggiungere anche il 48%-50% nel caso del cambio del combustibile da gasolio a metano, mentre si riduce al 15% ove si utilizza il teleriscaldamento”.
Ancora, secondo i dati forniti, il 70 per cento dei consumi energetici residenziali sarebbe dovuto ad uso termico. Introducendo degli impianti più moderni sulle residenze degli italiani, si potrebbero conseguire dei risparmi pari a circa 250 euro l’anno, che diventano ancora di più se si provvede a installare nell’impianto centralizzato anche i sistemi di produzione di acqua calda sanitaria.