Sia che si opti per un regime ordinario Irpef, sia che si opti per l’alternativa – più conveniente – della cedolare secca, il peso delle tasse sull’affitto pone l’Italia tra le maglie nere d’Europa. Nel nostro Paese, effettuare una locazione di immobili pone il proprietario dinanzi alla necessità di pagare imposte per un totale del 50-60 per cento dell’entrata lorda, per punte che in alcune ipotesi possono superare addirittura l’80 per cento.
Ad affermare quanto sopra è stata una recente ricerca condotta da Il Sole 24 Ore, elaborando dati Tecnocasa e Agenzia delle Entrate, che ha fotografato la situazione delle locazioni e della correlata pressione fiscale nelle principali città italiane. Questo il risultato, calcolato sulla base di un affitto di un trilocale da 100 metri quadri:
- Genova: nel capoluogo ligure la pressione fiscale sarebbe pari al 75,23% dell’affitto se si opta per l’Irpef ordinaria, e al 60,13% per la cedolare secca.
- Brescia: qui la pressione fiscale, calcolata secondo le elaborazioni del quotidiano economico finanziario, è pari al 56,5% per l’irpef ordinaria, e al 41,4% per la cedolare secca.
- Roma: nella Capitale, pressione fiscale sugli affitti al 51,5% optando per l’irpef ordinaria, e del 36,4% per la cedolare secca.
- Milano: nel capoluogo lombardo, pressione fiscale al 52,8% per l’irpef ordinaria e 37,7% per la cedolare secca.
- Torino: nella città piemontese, pressione fiscale sulle locazioni pari al 73% scegliendo il regime di irpef ordinaria, e 57,9% per la cedolare secca.
- Cagliari: nel capoluogo sardo, pressione fiscale sugli affitti pari al 50,6% per l’irpef ordinaria e 35,5% per la cedolare secca.
- Salerno: in Campania, pressione fiscale al 63,5% sugli affitti con irpef ordinaria, e 48,4% per la cedolare secca.
- Potenza: affitti di trilocale soggetti a pressione fiscale pari al 51,8% per l’irpef ordinaria, e al 36,7% per la cedolare secca.
- Verona: pressione al 60,9% per affitti soggetti a Irpef ordinaria, e 45,8% per la cedolare secca.
- Lucca: affitti soggetti a pressione fiscale al 46,2% per l’irpef ordinaria, e 31,1% per la cedolare secca.