Investire nella riclassificazione / riqualificazione energetica degli edifici privati potrebbe convenire, al proprietario, in sede di conduzione dell’immobile (con minori costi in bolletta) e in sede di rivendita del bene (con un prezzo di mercato maggiore). Tuttavia, come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso degli ultimi mesi, in Italia non vi è ancora la giusta percezione su quale sia la convenienza ad operare in tal senso.
“Investire nella riqualificazione degli edifici conviene” – sottolineava qualche giorno fa l’edizione online de Il Sole 24 Ore – “ma il mercato ancora non lo sa. Nell’arco di vent’anni un immobile in classe energetica G (la più bassa, quindi la meno efficiente) “consuma” circa un quarto del suo valore di mercato. I costi della bolletta erodono il 13,6%, invece, del valore di un immobile in classe F, e un decimo di un immobile in classe E. Al contrario, un edificio “modello” certificato A+ richiede appena 15 euro al metro quadro per riscaldarlo per 20 anni e produrre acqua calda sanitaria” (vedi anche Standard per l’efficienza energetica degli immobili).
Le stime di cui sopra (insieme a numerose altre osservazioni) sono state effettuate da Enea, in collaborazione I-Com e Assoimmobiliare, al fine di poter valutare in maniera attendibile la differenza di prezzo che può essere assegnata sul mercato a edifici con diversa classe energetica.
“Ad esempio” – affermava il quotidiano – “nella periferia di Bari un intervento di riqualificazione, capace di trasformare un immobile in classe energetica G in un edificio più efficiente in classe C, riduce del 15,1% il peso della bolletta sul suo valore commerciale: vuol dire, in pratica, che grazie al “salto di classe” il proprietario potrà risparmiare circa 215 euro al metro quadro nell’arco di vent’anni (che diventano ben 21.550 per un appartamento di 100 metri quadri), cioè circa un ottavo di quanto vale la proprietà, quotata in zona 1.424 euro al mq secondo l‘Osservatorio sul mercato immobiliare dell’agenzia del Territorio. In sostanza, se le altre variabili che concorrono alla definizione del prezzo restano costanti, l’intervento di recupero si potrebbe tradurre almeno in un corrispondente incremento del valore dell’immobile” (vedi anche Contenimento consumi energia immobili).