Giungiamo dunque, nel nostro percorso all’interno dei capitoli del report “Gli immobili in Italia”, dell’Agenzia del Territorio, a cercare di comprendere quanto valga, in media, un’abitazione in Italia. I valori medi, sottolinea l’Agenzia, dipendono innanzitutto dai valori per unità di superficie e dall’ampiezza della superficie media. Dando per scontate tali semplificazioni, cerchiamo di pervenire a una risposta puntuale a tale quesito.
“A livello nazionale” – afferma l’Agenzia del Territorio – “un’abitazione valeva mediamente in Italia, nel 2010, circa 183 mila euro, con un valore unitario di 1.595 euro/metro quadro. Rispetto al 2009 si registra un aumento di 0,58 per cento del valore patrimoniale, dovuto ad un lieve aumento dei valori per unità di superficie (+0,32 per cento) e della superficie media della abitazione (+0,25 per cento)”.
Nelle diverse regioni, prosegue ancora l’Agenzia, “i valori medi delle abitazioni mostrano una discreta variabilità. Il range di oscillazione va da circa 283 mila euro del Trentino Alto Adige a 84.800 euro della Calabria. È indicativo, al riguardo, il coefficiente di variazione che mostra una misura della dispersione dei valori medi comunali. A livello nazionale questo indice di dispersione (calcolato per i valori medi delle abitazioni) è pari a 0,37. Il coefficiente di variazione risulta superiore alla media nazionale soprattutto in Liguria ed in Campania. Il motivo è probabilmente riconducibile all’esistenza, in queste regioni, di gruppi di comuni prevalentemente turistici con un elevatissimo valore patrimoniale che determina un’ampia variabilità dei valori interni alla regione” (vedi anche previsioni prezzi case 2013).
Più omogenea la situazione in Umbria, che registra un bassissimo coefficiente di variazione, nonché in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Marche – conclude il Territorio – “Nel 2010 il valore medio della abitazione, come si è visto, è aumentato a livello nazionale. Le regioni che hanno invece registrato le variazioni negative sono state il Lazio, la Lombardia e la Campania (rispettivamente -1,21%, -0,80%, -0,40%). La flessione è imputabile esclusivamente alla riduzione dei valori per unità di superficie, (rispettivamente -1,30%, -0,94%, -0,89%), essendo la superficie media dello stock aumentata in questi casi”.