Giro di vite dell’Agenzia delle Entrate sui redditi da fabbricati, ed in particolare su quelli da affitto relativi all’anno 2006. A darne notizia con una nota ufficiale è stata nella giornata di ieri, lunedì 2 maggio 2011, l’Amministrazione finanziaria dello Stato nel sottolineare come a fronte di questa “stretta” le parole d’ordine che definiscono la campagna di controlli siano quelle della delocalizzazione da un lato, e dell’assistenza mirata dall’altro. Ad occuparsi di questi controlli è il Centro operativo di Pescara, ed al riguardo già da ieri il Fisco ha provveduto a notificare ai diretti interessati i relativi avvisi di accertamento parziale. I destinatari sono chiaramente i proprietari di immobili che li hanno affittati a valere sull’anno sopra citato, e per i quali il sistema automatizzato ha rilevato delle incongruità.
Per i riceventi questi avvisi, come sopra accennato, l’assistenza è mirata ragion per cui l’Agenzia delle Entrate ha contestualmente attivato un apposito numero telefonico. L’incongruità per cui è scattato l’avviso di accertamento, sottolinea e precisa l’Amministrazione finanziaria dello Stato, è quella per cui si vanno a rilevare delle discrepanze tra i dati presenti nel contratto di locazione registrato, e quelli che invece vengono indicati ogni anno dal proprietario di immobili in sede di dichiarazione dei redditi.
Al numero telefonico dedicato rispondono direttamente i funzionari del Centro operativo di Pescara ai quali poi eventualmente è possibile inviare via posta elettronica o via fax la documentazione. L’assegnazione per questi controlli al Centro operativo di Pescara fa seguito ad un apposito provvedimento che, alla fine dello scorso mese di gennaio 2011, è stato firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo il Centro operativo di Pescara per tali controlli risponde direttamente alla Direzione centrale Accertamento. Ricordiamo infine come da quest’anno sia entrato in vigore per gli affitti il regime opzionale dell’imposta sostitutiva sui redditi da locazione, ovverosia la cosiddetta cedolare secca.