Si è inaugurata ieri alla Triennale di Milano Rescuenergy, una mostra di design realizzata dalla Nuova Accademia di Belle Arti, Naba. L’esposizione si tiene presso la Biblioteca del Progetto della Triennale e sarà visitabile nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 dicembre 2009, dalle ore 10:30 alle ore 20:30.
Si tratta di un evento promosso da NABA in collaborazione con Eni, a cura di Id-Lab con il supporto del Triennale Design Museum. In buona sostanza Rescuenergy è il frutto del lavoro condotto all’interno di uno workshop da Vered Zaykovsky e Ettore Contro. Dodici studenti chiamati a ripensare l’abitare ponendo particolare attenzione all’efficienza energetica. Lavorando sull’ambiente domestico sono nati dei prototipi funzionanti, oggetti che inquadrano sotto un’altra prospettiva il nostro rapporto con l’energia all’interno delle mura domestiche.
Prendere oggetti ed azioni esistenti ed inventarli di nuovo, fornendogli nuovo valore a livello simbolico simbolico e didattico. Ad esempio Shake to Command. Alimentando un telecomando universale per la televisione con le pile di una torcia elettrica che si ricaricano scuotendole otteniamo un oggetto comodo, che accumula energia quel poco che serve per cambiare canale.
Poi c’è E/Sense, un device utilissimo per calcolare i costi energetici del proprio parco elettrodomestici. Si posiziona tra un elettrodomestico e la presa elettrica da cui si alimenta, e fa vedere in tempo reale il consumo effettivo di energia elettrica di ciascun apparecchio. La trovata ‘artistica’ è che non ci sono display che indicano i consumi, ma una corda di chitarra che vibra. Più la corda vibra, più energia si consuma.
Invenzioni che spaziano nella trasversalità del nostro quotidiano. Gesti semplici, come il consultare l’orologio, sono stati ripensati. L’orologio adesso fa vedere l’ora solo quando lo si guarda. La televisione la si vede solo pedalando.
Tutti gli oggetti in mostra sono riciclati, cioè con materiali di recupero. Magari esteticamente lasciano un po’ a desiderare, ma sono apprezzabili per l’idea che ci sta dietro e per la loro funzionalità.