Nel corso del mese di maggio le richieste di finanziamenti immobiliari ipotecari in Italia sarebbero diminuiti di 14 punti percentuali rispetto a quelli che la Crif – cui appartiene l’esito delle analisi cui ci riferiamo – avrebbe riscontrato nel corso dello stesso periodo dell’anno precedente, denotando pertanto un peggioramento di tale variabile, rispetto all’inizio dell’anno e rispetto alle contrazioni già rilevate a marzo e ad aprile.
La flessione del 14% comporta infatti un sensibile peggioramento del dato progressivo da inizio anno ad oggi, con le richieste di mutui avanzate presso gli istituti di credito italiani dal 1 gennaio che hanno evidenziato una contrazione di 3 punti percentuali rispetto a quelle già riscontrate nello stesso periodo dell’anno precedente, e con previsioni di ulteriore peggioramento per l’attuale mese di giugno.
Parte delle “colpe” di questa situazione sono riconducibili alla crescita dei tassi di interesse di riferimento sulle operazioni di finanziamento. L’incremento dell’Euribor e del tasso BCE scoraggia infatti quei mutuatari, già titolari di un finanziamento in corso di ammortamento, che nel corso degli scorsi mesi avevano dato seguito a operazioni di sostituzione per sfruttare le più favorevoli condizioni di mercato sui tassi.
Continua ad essere particolarmente gettonata la scadenza a 30 anni, che insieme a quella a 25 anni, riguarda più del 30% del totale delle richieste effettuate nel corso del mese di maggio. Per quanto concerne invece l’importo medio dei mutui, nel quinto mese dell’anno questo si è assestato intorno ai 137 mila euro, anche se le richieste per finanziamenti più ridotti (sotto i 100 mila euro) dimostrano un buon ritmo di crescita.
Infine, per quanto concerne il profilo medio di chi richiede un finanziamento immobiliare ipotecario, la ricerca conferma come i più attivi siano i cittadini di età anagrafica compresa tra un minimo di 35 e un massimo di 44 anni, cui andrebbero attribuite richieste per il 35% del totale.