Inizia a delinarsi con convinzione la riforma del catasto, il processo revisionale che dovrebbe condurre il governo a rivedere la base imponibile di applicazione dell’imposta municipale unica. Una riforma che lo stesso esecutivo ha tuttavia affermato di voler imporre con l’applicazione di un “saldo zero”. In sintesi, al contribuente medio italiano non dovrebbe cambiare granchè nella gestione della propria posizione con il fisco. Ma sarà vero?
Per il momento, infatti, è noto che l’adeguamento dei valori catastali avverrà con un controbilanciamento relativo alle minori aliquote IMU da applicare alle basi imponibili. Pertanto, incrementando il valore catastale, e diminuendo la percentuale sull’aliquota dell’imposta municipale unica, il risultato non dovrebbe subire alcun cambiamento rispetto alla situazione precedente alla rivlautazione del bene.
Tuttavia le novità sono diverse, e difficilmente – riteniamo – si tradurranno in un vero e proprio “saldo zero”. La prima, e la più attesa, è la messa in soffitta dell’obsoleto sistema di misurazione del valore dell’immobile sulla base dei vani, con accoglimento del nuovo sistema basato invece sui metri quadri.
Con tale revisione, il governo cercherà di ridurre le differenze tra i valori catastali e i valori di mercato. Valori che – secondo quanto afferma l’Agenzia del territorio nel report “Gli immobili in Italia nel 2011” vedono i secondi essere maggiori dei primi (in media) per 3,73 volte, con picchi superiori alle 6 volte.
Per quanto infine riguarda i tempi di applicazione della manovra, sembra essere oramai scontato il suo licenziamento entro la prima parte del nuovo anno, al fine di poter vedere i frutti concreti della sua imposizione entro la fine dell’attuale legislatura, prevista per la primavera del 2013. A meno che non accada qualche stravolgimento, tutt’altro che improbabile nell’odierno scenario. Continueremo a tenervi informati in merito.