Più volte (anche nelle ultime ore) ci siamo soffermati sul rischio di uno scoppio di una bolla immobiliare all’interno di alcuni tra i principali mercati mondiali. Un rischio che sta coinvolgendo trasversalmente tutto il mondo, visto e considerato che perfino il New York Times ha ipotizzato, nel breve termine, il rischio di una crisi del mattone nel mercato cinese, e visto e valutato che all’interno dei confini del vecchio Continente anche il real estate di Madrid sembra scricchiolare.
A parlare dei rischi dello scoppio di una bolla immobiliare italiana, e delle sue presumibili conseguenze, è stato il nuovo presidente di Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo, che in una recente intervista ha dichiarato come nel Paese “non vi sia una bolla immobiliare di tipo speculativo come quella che si è verificata in Spagna”, poiché nella nostra nazione, essenzialmente, il patrimonio sarebbe composto “principalmente da prime case di proprietà delle famiglie e questo è un fattore di solidità”.
Di qui le differenze rispetto a quanto sta accadendo nel mercato spagnolo, con il “buco della spagnola Bankia” – prosegue Profumo – “causato dall’emersione di una sovravalutazione delle attività immobiliari detenute dall’istituto di credito”.
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“I titoli di stato italiani” – ha poi spiegato il presidente di Monte dei Paschi di Siena a chi gli ha domandato sui criteri di calcolo delle attività in bilancio – “ad esempio ora hanno un prezzo, ma se l’Europa si rimette in moto il valore sarà più elevato, e per questo vorrei che, più che lavorare sullo stabilire il valore degli asset si facesse di più per abbassare lo spread”.
Tornando al mercato immobiliare italiano, pertanto, non vi sarebbero all’orizzonte rischi di speculazione. Nell’attesa di comprendere se sia effettivamente vero o meno, continueremo a monitorare l’evoluzione delle quotazioni del mattone tricolore.