A distanza di qualche mese dal nostro ultimo focus in materia, torniamo ad occuparci dei rischi di una bolla immobiliare in territorio svizzero. Un rischio che – secondo quanto affermato dagli economisti di UBS, nel terzo trimestre si sarebbe fatto sempre più vivo. L’UBS Swiss Real Estate Bubble Index – l’indice che misura il pericolo di uno scoppio della bolla immobiliare nel territorio locale – si è infatti attestato a 1,02 punti, con una progressione di 0,20 punti rispetto ai tre mesi precedenti: un incremento “significativo” che riflette un ulteriore aumento degli squilibri che caratterizzano il mercato immobiliare residenziale, scrive la banca in un comunicato odierno.
A parlarne è stato il magazine Ticino online, che segnala che “come previsto la leggera correzione del secondo trimestre non ha determinato un’inversione di tendenza: sebbene l’indice abbia superato di misura la soglia di rischio (1 punto), eventuali ulteriori aumenti di prezzo degli immobili andrebbero considerati come una sopravvalutazione. Un indice a 2 punti avrebbe poi il significato di una bolla ormai esistente. La situazione del mercato è fuori equilibrio. L’indice dei prezzi al consumo si è attestato ancora una volta 0,2 punti percentuali al di sotto del livello registrato lo scorso giugno e i redditi non hanno subito alcun aumento” (qui il nostro ultimo approfondimento sulla bolla immobiliare svizzera).
Ad ogni modo il mattone continua ad attirare le attenzioni degli investitori locali e stranieri. Di fatti, prosegue il magazine, “in misura sempre maggiore la domanda è generata da chi punta sugli immobili quali oggetti d’investimento e dal basso livello dei tassi di interesse. Pertanto il sempre più frequente fenomeno dell’indebitamento ipotecario per l’acquisto stabili non accenna a diminuire: una tendenza che gli specialisti di UBS considerano “piuttosto pericolosa”, in quanto le condizioni potrebbero rapidamente invertirsi, provocando di conseguenza una correzione dei prezzi”.
Alcune regioni si troverebbero pertanto in una situazione particolarmente critica, che è andata ad aggravarsi nel corso dell’ultimo semestre: i prezzi delle case sono infatti cresciuti a Davos del 7,6%, a Zugo del 5,1% e a Zurigo e Losanna del 3,8%. Ginevra segna un più 1,8%.