Con il decreto dello scorso 15 febbraio, il ministero dello sviluppo economico ha stabilito i nuovi “requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e l’ispezione degli impianti di climatizzazione”. Un documento con il quale si cerca di garantire la presenza di personale specializzato e indipendente per le attività di certificazione energetica, stabilendo dei requisiti piuttosto rigidi.
In particolare, i soggetti abilitati alla certificazione sono i tecnici professionisti che operano nel settore dell’impiantistica e dell’edilizia, gli enti pubblici e gli organismi operanti in ambito energetico ed edilizio, nel campo dell’ingegneria civile e impiantistica, gli specializzati nelle attività di ispezione nei campi dell’ingegneria civile, delle costruzioni edili, dell’impiantistica (accreditato presso organismi nazionali o europei) e le società per i servizi energetici (vedi anche Contenimento consumi energia immobili).
Il decreto stabilisce inoltre che l’attestato di certificazione energetica (ACE) assume valenza di atto pubblico, con responsabilità diretta del tecnico abilitato che lo sottoscrive. Si noti altresì che stando all’art. 7 del documento, per gli edifici che risultano già essere in dotazione di certificato energetico, ma che si sottopongono comunque ad adeguamenti impiantistici (come la sostituzione di un generatore di calore), l’aggiornamento dell’attestato può essere predisposto anche un tecnico dell’impresa di costruzione o di installazione, purchè abilitato (vedi anche Risparmio energetico casa del 70% con la geotermia).
Il decreto prevede infine il coinvolgimento attivo e diretto di regioni e province autonome, che possono scegliere se e come adottare propri sistemi di riconoscimento dei soggetti abilitati alla certificazione, sulla base di quanto stabilito dal tenore delle norme comunitarie. Tali enti possono inoltre promuovere attività di informazione, formazione, orientamento, aggiornamento dei certificatori energetici e degli stessi utenti finali, contribuendo così alla migliore sensibilizzazione su un tema che vede l’Italia un po’ arretrata rispetto ad altre best performers europee (nel nostro Paese solo un immobile in vendita su due è titolare di un ACE).