Il terzo declino consecutivo nei prezzi delle case americane negli ultimi tre anni, sta conducendo i valori commerciali delle abitazioni a livelli di estrema convenienza, giocando un ruolo favorevole nel ripristino di una discreta soglia nel numero delle compravendite.
Oltre a ciò, un’altra determinante in grado di spingere al rialzo le compravendite delle ultime settimane è stata quella inerente all’andamento dei tassi di interesse sui mutui, che è previsto in crescita durante i prossimi mesi, invogliando così i potenziali mutuatari a divenire quanto prima tali.
L’elevato volume di case pignorate ha spinto il prezzo medio di un appartamento non nuovo sul territorio statunitense a quota 158.800 dollari nel mese di gennaio, per il livello più basso dal 2002 secondo quanto riferisce la National Association of Realtors.
Nello stesso periodo, le case vendute sono cresciute di 22 punti percentuali rispetto ai livelli del mese di ottobre, con l’incremento trimestrale più forte dalla fine della disponibilità dei bonus governativi per l’acquisto della prima casa.
In miglioramento anche la fiducia dei consumatori, che secondo gli economisti di Moody’s Analytics potrebbe giocare un buon ruolo nello sviluppo del comparto del real estate americano.